Roma, 13 set 2014 – Risolto il caso dell’incendio che l’8 settembre scorso ha quasi devastato un appartamento di via della Cava Aurelia a Roma. [19] La riedificazione sarebbe avvenuta quindi nel resto della città secondo ampie vie diritte e isolati di limitata altezza, con vasti cortili interni e portici davanti alle facciate, che Nerone avrebbe promesso di pagare a sue spese. Al momento dell'incendio, Roma era una delle maggiori metropoli del mondo antico, sebbene non avesse ancora raggiunto il culmine del suo sviluppo. NERONE - INCENDIO DI ROMA - ANNO 64 D.C. Nella notte del 18 luglio, un incendio si svilupp� nei quartieri poveri e malsani della città. Recco, campionato italiano #aqu, Ti racconto di un 1º Passo. Proprio per questo motivo, Nerone uccide la madre, mascherando l'evento come un suicidio. L'incendio durò sei giorni, sembrò spegnersi e poi riprese vigore e durò altri tre giorni: la città fu in gran parte distrutta. La ricostruzione della città, insieme al destino dell’imperatore e dei tanti cristiani accusati di essere gli … Nel 64 d.C. un grandissimo incendio devastò la città, probabilmente in maniera del tutto accidentale dato che moltissime case erano di legno e che venivano usate lampade ad olio e bracieri per illuminare e riscaldarsi. Nerone per evitare di essere sospettato, avrebbe dunque accusato come colpevoli i seguaci del Cristianesimo, che Tacito descrive come «una setta invisa a tutti per le loro nefandezze». Causò una distruzione diffusa in tutta la città, bruciando per oltre sei giorni. [29] Viene descritto quindi il modo in cui i suoi uomini avrebbero appiccato incendi in diverse parti della città, fingendo risse tra ubriachi o generando numerosi disordini e rendendo impossibile capire quanto stava accadendo. Sia Tacito[49] che Svetonio sembrano attestare un generale atteggiamento ostile nei loro confronti, che si ritrova anche in altre fonti di varie epoche e negli scritti dei padri della Chiesa. Le coorti dei vigili erano dislocate, con caserme e posti di guardia (excubitoria), in ciascuna delle quattordici regioni augustee. Giacché tutti i film raccontano questo, non c’è niente da fare. La responsabilità fu dell’Imperatore che avrebbe ordinato ai suoi uomini di appiccare l’incendio alla città. Non era ancora la città di marmi che tutti i turisti vengono ad ammirare. Noto ai più soltanto come Nerone gli si imputa la colpa di aver incendiato Roma. [8] I morti furono migliaia e circa duecentomila i senzatetto. Ma quale fu la causa dello scoppio dell'incendio? Eh sì. [26] Secondo lo storico, prima sarebbero stati arrestati quanti confessavano e quindi, su denuncia di questi, ne sarebbero stati condannati moltissimi, ma, ritiene Tacito, non tanto a causa del crimine dell'incendio, quanto per il loro "odio del genere umano": «Igitur primum correpti qui fatebantur, deinde indicio eorum multitudo ingens haud proinde in crimine incendii quam odio humani generis convicti sunt.», «Furono dunque arrestati prima quelli che ammettevano la loro colpa, poi, dietro denuncia di questi, una moltitudine immensa, non tanto perché autori dell'incendio, ma per il loro odio del genere umano.», Quelli che andavano a morire erano esposti anche alle beffe. [3] Cizek sostiene che il primo incendio durò per sei giorni e poi continuò per altri tre nel solo Campo Marzio. Tra i tanti aneddoti risalenti all’impero romano, tra i più noti c’è certamente quello dell’incendio di Roma ai tempi di Nerone. [32], Dione racconta che intanto l'imperatore sarebbe salito sul tetto del suo palazzo e avrebbe cantato accompagnandosi con la lira un brano sulla "Presa di Troia". Viaggio nella città di Nerone poco prima del grande incendio, Alberto Angela ci racconta la vita a Roma a ridosso del grande incendio, che colpì e distrusse in gran parte l’Urbe nel 64 d.C., dando però vita ad alcuni gioielli storici che non avremmo avuto senza quell’incendio. Un vasto incendio è scoppiato nella notte in una raffineria a Filadelfia, in Pennsylvania. La notte del 19 luglio del 64 d.C, era una notte di luna piena, un incendio divampò a Roma. [18] Come scrive Dimitri Landeschi nel suo "Nerone, il grande incendio di Roma e la congiura di Pisone", "il numero complessivo dei morti dovette essere di molte decine di migliaia, e certamente ancora più elevato sarà stato il numero dei feriti e degli invalidi; del resto la capitale di Nerone contava non meno di un milione di abitanti, forse due, e solo un terzo della città sfuggì alle devastazioni dell'incendio. [16], Tali provvedimenti, emessi secondo Tacito per ottenere il favore popolare, non avrebbero tuttavia ottenuto lo scopo, a causa della diffusione di una voce secondo la quale l'imperatore si era messo a cantare della caduta di Troia, davanti all'infuriare dell'incendio visibile dal suo palazzo. Isolato e odiato dal popolo, l’imperatore sarà costretto al suicidio come racconta la puntata a lui dedicata della serie «a.C.d.C. Secondo Dione Cassio i Romani stessi vennero privati della distribuzione gratuita di frumento. In breve tempo le fiamme, sviluppatesi al Circo Massimo, nella zona tra Celio e Palatino, divennero un fronte di fuoco compatto e invalicabile, impossibile da domare, che devastò la … [22], L'imperatore si sarebbe inoltre occupato di far sgombrare le macerie, facendole portare nelle paludi di Ostia nei viaggi di ritorno delle navi che risalivano il Tevere verso Roma con il grano. I più arditi storici come il tedesco Gerhard Baudy, sostengono invece che l’incendio fu appiccato dai cristiani per far avverare una loro profezia apocalittica sulla distruzione di Roma. Quaranta persone evacuate Stati Uniti, incendio a Filadelfia. Tacito menziona tuttavia anche dei personaggi che avrebbero impedito con minacce di spegnere le fiamme, o addirittura le avrebbero attizzate, dichiarando di star obbedendo agli ordini: lo storico ipotizza che si potesse trattare sia di saccheggiatori intenti alla propria opera, ovvero di ordini effettivamente emessi: «Nec quisquam defendere audebat, crebris multorum minis restinguere prohibentium, et quia alii palam faces iaciebant atque esse sibi auctorem vociferabantur, sive ut raptus licentius exercerent seu iussu.», «Nessuno poi osava combattere il fuoco, per le ripetute minacce di molti che proibivano di spegnerlo e perché vi erano altri che apertamente lanciavano fiaccole e gridavano d'aver ricevuto ordine di farlo, sia per rubare più facilmente sia effettivamente per aver ricevuto ordini in tal senso.», Nerone, che si trovava ad Anzio, sarebbe tornato in città quando le fiamme ormai lambivano la Domus Transitoria, la residenza che aveva costruito per congiungere i palazzi del Palatino agli Horti Maecenatis, e non sarebbe riuscito a salvarla. [6][7] Erano salve solo le regiones: I Capena, V Esquiliae, VI Alta Semita e XIV Transtiberim. [30], L'incendio durò diversi giorni e secondo Dione, molte case sarebbero state distrutte da uomini che manifestavano la volontà di salvarle e altre furono incendiate da quegli stessi che erano venuti ad offrire assistenza come i vigiles; gli stessi soldati avrebbero mirato più a propagare l'incendio che a spegnerlo. ). 1 di Angela Alberto Il Libraio Gli sfollati furono circa 200.000, diverse migliaia le insulae distrutte. Descrive quindi i supplizi a cui i cristiani sarebbero stati sottoposti per opera di Nerone, che nonostante la loro colpevolezza, secondo lo storico, causavano pietà, in quanto puniti non per il bene pubblico ma per la crudeltà di uno solo: «Unde quamquam adversus sontes et novissima exempla meritos miseratio oriebatur, tamquam non utilitate publica, sed in saevitiam unius absumerentur.», «Benché si trattasse di rei, meritevoli di pene d'un'atrocità senza precedenti, sorgeva nel popolo la pietà per quegli sventurati poiché venivano uccisi non per il bene di tutti ma per la crudeltà di uno solo.». In particolare sono stati rinvenuti, in alcuni casi, frammenti di arredi metallici parzialmente fusi, a riprova della violenza delle fiamme e delle elevatissime temperature raggiunte. Lo stesso Svetonio conferma anche che Nerone aveva mandato i cristiani al supplizio e li definisce "una nuova e malefica superstizione", senza tuttavia collegare questo provvedimento all'incendio. Il 27 luglio tutto era terminato. Nel luglio del 64 d. C. scoppia un incendio a Roma e viene sospettato come colpevole: secondo le accuse avrebbe, infatti, compiuto il gesto per poter mettere in opera i propri progetti edilizi. Cultura / Curiosità / Perché / Perché Nerone bruciò Roma? Divampando subito fin dal primo giorno le fiamme distrussero l'intero quartiere. Il Grande incendio di Roma fu un incendio urbano iniziato tra il 18 e il 19 luglio 64 d.C., durante il regno dell'imperatore Nerone. Non v'erano infatti né case con recinti di protezione né templi circondati da muri, né alcun altro impedimento; si diffuse impetuoso nelle zone pianeggianti, salì nelle parti alte, poi tornò a scendere in basso, distruggendo ogni cosa, precedendo i rimedi con la velocità del flagello.». Gli scavi condotti nelle aree maggiormente interessate dall'evento hanno spesso incontrato strati di cenere e materiali combusti, quali evidenti tracce dell'incendio. la scena di Nerone che canta della caduta di Troia viene riportata non come una voce popolare, ma come certamente avvenuta, aggiungendo i particolari del suo svolgersi sulla cosiddetta "torre di Mecenate" e che l'imperatore avrebbe indossato i propri abiti di scena; l'imperatore si curò dell'eliminazione delle macerie e dei cadaveri, secondo Svetonio, esclusivamente per poter saccheggiare tutto ciò che rimaneva tra le rovine; infine si aggiunge il particolare che le province e i privati offrirono contributi in denaro per la ricostruzione: secondo Svetonio quelli che l'imperatore avrebbe sollecitato rischiarono di mandare in rovina le. [3] Sarebbe quindi risalito sulle alture circostanti, diffondendosi con grande rapidità senza trovare impedimenti. La responsabilità fu dell’Imperatore che avrebbe ordinato ai suoi uomini di appiccare l’incendio alla città. [46] In particolare, secondo alcune fonti[47], Pietro fu crocifisso, mentre Paolo decapitato, benché l'effettiva presenza di entrambi a Roma e il loro martirio siano dibattuti da alcuni storici[48]. Nel 64 d. C. Nerone assiste dalla terrazza […] Early in the morning. Stefano Moraschini si occupa di web dal 1999 (un millennio fa!). In alternativa alla versione tradizionale, lo storico Gerhard Baudy, riprendendo una tesi elaborata in precedenza da Carlo Pascal e Léon Herrmann, ha esposto l'ipotesi secondo la quale furono effettivamente i cristiani ad appiccare volontariamente fuoco a Roma, allo scopo di dare seguito ad una profezia apocalittica egiziana, secondo cui il sorgere di Sirio, la stella del Canis Major, avrebbe indicato la caduta della grande malvagia città[42]. [31] Le fiamme venivano alimentate e diffuse anche dal vento. [33] Erano bruciati tutto il Palatino e due terzi della città. [5], «Ebbe inizio in quella parte del circo vicina al Palatino e al Celio; qui attraverso le botteghe che contenevano merci combustibili, il fuoco appena acceso e sùbito rafforzato e sospinto dal vento si propagò rapidamente per tutta la lunghezza del circo. [45] [4] Elenca quindi alcuni antichi templi (tra cui quello della Luna, fatto erigere da Servio Tullio; quello di Giove Statore dell'epoca di Romolo) e santuari andati perduti (come l'ara massima di Ercole invitto e un santuario di Vesta con i penati del popolo romano), oltre alla Regia di Numa Pompilio, e cita le opere di arte greca e i testi antichi scomparsi. Si trattò solo di uno spiacevole incidente causale dato che Roma, soprattutto in estate, era sovente soggetta a frequenti roghi. L'incidente si è verificato alle 3.20 di notte, ora locale. Secondo gli storici di quel tempo, l’imperatore Nerone fu il fautore principale dell’incendio che si diffuse nei quartieri più poveri di Roma la notte del 18 luglio del 64 (evento ricordato come Grande incendio di Roma). Anche in questo caso la responsabilità dell'incendio è attribuita direttamente a Nerone. [20], Tacito cita inoltre una serie di regole stabilite da Nerone: che gli edifici non potessero avere muri in comune e che alcune parti fossero costruite in pietra gabina o albana, considerate refrattarie al fuoco. I cristiani furono probabilmente condannati a morte sulla base delle leggi romane, che punivano l'omicidio a seguito di incendio doloso (lex Cornelia de sicariis et veneficiis voluta da Silla), e le condanne dovettero essere eseguite a seconda del loro status: i non cittadini romani vennero esposti alle belve, oppure legati a croci di legno e vestiti con tuniche spalmate abbondantemente di pece alla quale appiccare il fuoco (supplizio noto con il nome di tunica molesta). Landeschi, nel formulare la sua ipotesi, riprende e sviluppa tesi analoghe avanzate in passato da storici quali Carlo Pascal, Gerhard Baudy e Giuseppe Caiati. ROMA 64 d.C., 9 GIORNI A LUGLIO: IL GRANDE INCENDIO. In realtà il racconto dello stesso Tacito riferisce al contrario di una serie di efficaci provvedimenti adottati dall'imperatore nella lotta contro il disastro e la tendenza attuale degli studi vede in molti campi una rivalutazione della figura di Nerone. Roma – nascita e caduta di un impero», in onda domani alle 21.30 su Rai Storia. Sullo sfondo Nerone e le rovine della città in fiamme, da un dipinto di Karl Theodor von Piloty (1861 ca. Fa anche altre cose, ma sono meno interessanti. La storia narra che la notte del 18 luglio dell’anno 64 scoppiò un incendio in una delle zone più povere di Roma, propagandosi poi per tutta la città: secondo Svetonio , storico, Nerone fu il colpevole e autore dell’incendio. Nella moderna storiografia si sono di conseguenza registrate varie tesi contrapposte, riguardanti una serie di argomenti legati all'incendio, con particolare riguardo alla sua origine ed al comportamento tenuto dall'imperatore. L’imperatore, ultimo della sua dinastia, non godeva di una buona fama in città. Nerone non incendio' Roma e non perseguito' i Cristiani Post n°37 pubblicato il 31 Agosto 2013 da zardoz740 «Nessuno storico serio, né antico né, tantomeno, moderno, (1) ha mai sostenuto che Nerone abbia incendiato Roma. Tutti gli articoli dall'Italia trovati da Glonaabot con tag #Nerone. Le fonti antiche considerano quasi unanimemente l'incendio di origine dolosa, sottolineando alcune particolarità del suo andamento, come la velocità di propagazione, il fatto che si fosse espanso in tutte le direzioni, senza seguire la direzione dei venti, il fatto che bruciassero anche edifici in pietra. Perché Nerone incendiò Roma? Nerone e l’incendio di Roma Partiamo da un dato certo: nel 64 d.C. un grande incendio divampò a Roma, distruggendo il 70% della città. Pieter Willem van der Horst, review of Otto Zwierlein, L'incendio di Roma e la congiura di Pisone. Quando Nerone incendiò Roma . Uno sguardo ad alcune testimonianze potrebbe almeno insinuare il dubbio. Come in gran parte delle città dell'epoca, gli incendi avvenivano a Roma con una certa frequenza, a causa della tipologia costruttiva degli edifici antichi, che comprendevano numerose parti in legno (solai, sopraelevazioni, ballatoi e sporgenze) e utilizzavano in gran parte per l'illuminazione e la cucina (o per il riscaldamento) fiamme libere. Sin dall'inizio della sua ricostruzione, evidenzia come siano incerte le origini del disastro, e diversamente attribuite agli storici dell'epoca. . Svetonio riporta quindi una serie di avvenimenti, in genere citati anche da Tacito, dandone tuttavia un'interpretazione fortemente ostile a Nerone: Nella monumentale Storia di Roma scritta da Cassio Dione agli inizi del III secolo, i libri che trattano del regno di Nerone ci sono giunti soltanto in una epitome (riassunto), compilata dal monaco bizantino Giovanni Xiphilinus nell'XI secolo. . Oppure assaggia vini, birre e cibi. Secondo gli storici di quel tempo, l’imperatore Nerone fu il fautore principale dell’incendio che si diffuse nei quartieri più poveri di Roma la notte del 18 luglio del 64 (evento ricordato come Grande incendio di Roma).). Il prezzo del grano sarebbe stato inoltre abbassato a tre sesterzi il moggio. Il giallo dell’incendio di Nerone. Tacito, nell'ambito del lungo racconto dell'incendio precedentemente citato, attribuisce l'accusa rivolta ai cristiani di aver provocato l'incendio al desiderio di Nerone di stornare i sospetti dalla sua persona e la considera falsa, ma contemporaneamente fornisce di essi un'immagine fortemente negativa:[26], «Ergo abolendo rumori Nero subdidit reos et quaesitissimis poenis adfecit quos per flagitia invisos vulgus Christianos appellabat.», Dopo aver spiegato chi fosse il Cristo, da cui avevano preso il nome, descrive inoltre i supplizi a cui il tirannico imperatore (come viene nel racconto presentato) sottopose gli accusati. In un secondo momento, elogia il processo di riedificazione pianificato da Nerone in modo da evitare che si verificasse nuovamente una catastrofe. Ugualmente fu considerata una prova dell'origine dolosa il riaccendersi dell'incendio dopo che sembrò si fosse esaurito una prima volta. È la pr, @brianzabeerfestival #BBF Gli storici concordano nell’offrire un lasso di tempo che va dai 6 ai 9 giorni, per quanto riguarda la durata dell’incendio. Tacito da nel complesso un giudizio positivo su Nerone che a suo dire, anche se mediamente, si preoccupò della città, anche se il suo pensiero primario fu quello di  costruire la Domus Area, ossia la nuova residenza dell’Imperatore. ROMA BRUCIA! [35], Infine si citano le contribuzioni, volontarie o sollecitate, per la ricostruzione, da parte di comunità o di privati cittadini, che Nerone stesso raccolse. Dei libri scritti da moderni, è senz’altro consigliabile “Nerone” di … Infine l'attuale esperienza ha provato che spesso braci accese possono rimanere sotto la cenere, causando un imprevedibile ravvivarsi delle fiamme. Il racconto delle fonti antiche deve essere interpretato tenendo conto del loro carattere ostile all'imperatore: gli autori citati appartengono infatti per la maggiore parte all'aristocrazia senatoria, contraria alla politica di Nerone, che favoriva invece i ceti popolari e produttivi. ", La ricostruzione della città viene descritta a partire dalla Domus aurea, la nuova residenza che l'imperatore si sarebbe fatto edificare approfittando del disastro. PERCHÉ NERONE INCENDIÒ ROMA?Curiosità in 1 minuto - YouTube [29], Il resoconto dell'incendio inizia riferendo come da lungo tempo Nerone accarezzasse l'idea di veder perire una città tra le fiamme durante la sua vita, come Priamo di Troia. Ma in realtà, gli scritti lasciati da Tacito smontano tale ipotesi, dicendo che  Nerone fece ricadere su di loro la colpa, proprio perché gli attribuivano la responsabilità dell’incendio. In realtà le moderne conoscenze hanno appurato che incendi molto grandi, consumando l'ossigeno con il bruciare delle fiamme, tendono ad espandersi alla ricerca di altro ossigeno che permetta la combustione, creando una sorta di regime interno, indipendente dai venti presenti all'esterno. L'ultimo giorno di Roma. [50], «afflicti suppliciis Christiani, genus hominum superstitionis nouae ac maleficae», Evoluzione dell'incendio e primi soccorsi, Controverse interpretazioni della moderna storiografia. Parole che Alberto Angela ha seminato accuratamente nelle … (Qui la Seconda Parte) LE GUERRE DI NERONE - INCENDIO DI ROMA - PERSECUZIONI CRISTIANI LA CONGIURA CONTRO NERONE - LA RIVOLTA DEGLI EBREI - STRAGI IN PALESTINA LA FUGA E LA MORTE DI NERONE----- LE GUERRE DURANTE IL PRINCIPATO DI NERONE. Cultura è un blog del sito Biografieonline © 2012-2021, «La cultura è un ornamento nella buona sorte ma un rifugio nell'avversa.» (Aristotele - Frasi sulla cultura), #snowday in #cernuscosulnaviglio #pianurapadana, #cheese #valcamonica #bre @valcamonica.food @onafi, Sopravvissuto. La puntata racconta come si sviluppail grande incendio di Roma legato a Nerone, attraverso i nove giorni della sua durata.. Una sorta di inchiesta giornalistica per capire quali sono le prove contro l’imperatore e cosa invece lo scagiona. [14] Si sarebbe occupato di soccorrere i senzatetto, aprendo i monumenti del Campo Marzio - il Pantheon, le terme e i giardini di Agrippa, la Porticus Vipsania e i Saepta Iulia[15] - allestendovi dei baraccamenti e facendo arrivare i viveri dai dintorni. Altri sostenevano che l'imperatore avesse fatto appiccare l'incendio a fini unicamente speculativi, per distruggere una porzione cittadina limitata e quindi poter avere mano libera sulla ricostruzione, e che la situazione fosse sfuggita di mano per pura casualità causando il disastro. [21] I proprietari avrebbero inoltre dovuto curare che fosse sempre pronto il necessario per spegnere gli incendi. O fogo alastrou-se rapidamente pelas áreas mais densamente povoadas da cidade, com as suas ruelas sinuosas. Il grande incendio di Roma del 64 d.c distrusse molte zone della città di Roma, governata da Nerone. I cristiani, allontanati da Roma a seguito del provvedimento di Claudio insieme agli altri giudei, sembra tuttavia che avessero potuto farvi ritorno e crearvi una nuova e vasta comunità, che professava liberamente la propria religione, tanto che Tacito racconta come i primi cristiani arrestati furono quelli che erano pubblicamente conosciuti come tali. Marcinelle (Belgio): gli italiani morti in miniera, Un mese con Montalbano, racconti di Andrea Camilleri (riassunto), Prima Guerra d’Indipendenza italiana: riassunto. Nerone e il progetto di riforma tributaria del 58 d.C. Nerone, il grande incendio di Roma e la congiura di Pisone, Persecuzione dei cristiani nell'Impero romano § Persecuzione di Nerone, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Grande_incendio_di_Roma&oldid=117419143, Template Webarchive - collegamenti all'Internet Archive, Voci con modulo citazione e parametro pagine, Voci non biografiche con codici di controllo di autorità, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo, gli incendiari, visti all'opera secondo Svetonio da alcuni senatori nelle loro stesse proprietà, sono direttamente identificati con i suoi servi (", gli edifici abbattuti in corrispondenza di dove poi sorgerà la ". Quando non legge e non scrive, nuota, pedala e corre. Da quel momento Roma, per quanto rapidi fossero stati i lavori di ricostruzione non fu la stessa di prima, e non lo sarebbe stata per molti anni ancora. Per assicurare un maggiore diffusione dell'acqua portata dagli acquedotti, sarebbero inoltre stati repressi gli usi abusivi da parte dei privati. L’incendio scoppiato a Roma nel luglio del 64 d.C. è passato alla storia come il Grande Incendio. Nerone è ricordato soprattutto per l' incendio di Roma. Gli atti di Nerone furono quindi interpretati nella maniera più negativa: l'abbattimento degli edifici sulle pendici dell'Esquilino che fu probabilmente determinato dalla necessità di arrestare l'incendio evitando che continuasse ad alimentarsi, sembra essere stato interpretato come desiderio di seminare ulteriori distruzioni, come in seguito il provvedimento di sgombrare le macerie e i cadaveri a proprie spese fu attribuito al suo desiderio di impadronirsi dei beni lasciati nelle case. Nerone, allora ad Anzio, rientrò a Roma solo quando il fuoco si stava avvicinando alla residenza, che aveva edificato per congiungere il Palazzo coi giardini di Mecenate. Comunque siano andati i fatti, il dubbio sull’imperatore è arrivato fino ai giorni nostri, ma secondo la maggioranza degli studiosi moderni l’incendio non fu colpa né di Nerone né  fu tantomeno doloso. Altre fonti storiche, invece, raccontano di un Nerone che avrebbe voluto far scoppiare l’incendio solo per lasciare un vivido ed indelebile ricordo della sua persona nella storia dell’umanità e per trarne semplicemente ispirazione per un suo epico canto. Iniziato nella notte tra il 18 e il 19 luglio, fu una catastrofe: passeranno 10 lunghi giorni prima che l’incendio sia completamente domato. I soccorsi sarebbero stati ostacolati dal gran numero di abitanti in fuga e dalle vie strette e tortuose.[9][13]. . La trilogia di Nerone. [17] Questo secondo incendio sarebbe divampato a partire da alcuni giardini di proprietà di Tigellino, prefetto del pretorio e amico dell'imperatore: questa origine avrebbe, secondo Tacito, fatto nascere altre voci, sul desiderio dell'imperatore di fondare una nuova città e darle il suo nome:[4], «Plusque infamiae id incendium habuit, quia praediis Tigellini Aemilianis proruperat videbaturque Nero condendae urbis novae et cognomento suo appellandae gloriam quaerere.», «Questo incendio suscitò maggiore indignazione perché s'era propagato dagli Orti Emiliani, appartenenti a Tigellino, e sembrava che Nerone si proponesse di acquistare gloria edificando una nuova città e chiamandola con il suo nome.», Tacito passa quindi a descrivere i danni: dei quattordici quartieri di Roma solo quattro erano rimasti intatti, mentre tre erano stati completamente rasi al suolo e altri sette conservavano solo pochi ruderi degli edifici. Puoi metterti in contatto con lui su Instagram, LinkedIn, Twitter, Facebook. Un luogo dove le costruzioni erano quasi tutte in legno. «Sequitur clades, forte an dolo principis incertum (nam utrumque auctores prodidere), sed omnibus, quae huic urbi per violentiam ignium acciderunt, gravior atque atrocior.», «In seguito si verificò - per caso o per la perfida volontà del principe, gli autori infatti hanno trasmesso l'una e l'altra versione - il più grave e terribile disastro fra tutti quelli che colpirono questa città per la violenza del fuoco.», «Quae quamquam popularia in inritum cadebant, quia pervaserat rumor ipso tempore flagrantis urbis inisse eum domesticam scaenam et cecinisse Troianum excidium, praesentia mala vetustis cladibus adsimulantem.», «Misure che, benché dirette al popolo, non gli giovarono, poiché s'era sparsa la voce che nel momento stesso in cui la città bruciava egli fosse salito sul palcoscenico del palazzo e si fosse messo a cantare la caduta di Troia, assimilando le sciagure presenti agli antichissimi lutti.», L'incendio, iniziato presso il Circo Massimo, sarebbe stato alimentato dal vento e dalle merci delle botteghe, estendendosi rapidamente all'intero edificio. Ma Tacito smentisce tali fonti citando che nel periodo in cui scoppiò l’incendio, l’imperatore non si trovava a Roma e quando seppe dell’accaduto si premurò di rientrarvi per organizzare la ricostruzione urbanistica della città, ingaggiando immediatamente tecnici ed architetti.