Dante ritiene infatti non lontana la fine dei tempi: Vedi nostra città quant'ella gira;/vedi li nostri scanni sì ripieni,/che poca gente più ci si disira (Par. La Divina commedia (Classici UTET. 136-141 e Paradiso - Canto ventinovesimo, vv. [Luigi Malagoli] Home. Classici italiani) Usciti dall'Inferno attraverso la natural burella, Dante e Virgilio si ritrovano nell'emisfero australe terrestre (che si credeva interamente ricoperto d'acqua), dove, in mezzo al mare, s'innalza la montagna del Purgatorio, creata con la terra che avanzò dallo scavo del baratro dell'Inferno, quando Lucifero fu buttato fuori dal Paradiso dopo la rivolta contro Dio. Attraverso il neoplatonismo la luce entra nella tradizione cristiana soprattutto grazie a Sant'Agostino e a Dionigi l'Areopagita in cui sono frequenti le immagini di Dio come luce, fuoco, fontana luminosa. Da ricordare anche il poemetto allegorico-didascalico Detto del Gatto lupesco (XII secolo), viaggio allegorico di un cavaliere-eroe che deve superare tre ostacoli, simbolo del male, per raggiungere la beatitudine eterna.[44]. Si desume da Inferno XXXIV, vv. Dante invoca aiuto "«Miserere di me», gridai a lui" pur non riuscendo a distinguere se ciò che scorge è una persona o un’ombra. L'Inferno era rappresentato all'epoca di Dante come una cavità di forma conica interna alla Terra, allora concepita come divisa in due emisferi, uno di terre e l'altro di acque. [9], La Commedia, pur proseguendo molti dei modi caratteristici della letteratura e dello stile medievali (ispirazione religiosa, scopo didascalico e morale, linguaggio e stile basati sulla percezione visiva e immediata delle cose), è profondamente innovativa poiché, come è stato rilevato in particolare negli studi di Erich Auerbach, tende a una rappresentazione ampia e drammatica della realtà, espressa anche con l'uso di neologismi creati da Dante come «insusarsi», «inluiarsi» e «inleiarsi».[10]. Unfortunately this is undermined by the attempts to dramatize the poem. A History of Philosophy, Volume 2. La prima linea di sviluppo di tali commenti è molto attenta all'interpretazione letterale del testo e mira ad un'interpretazione in senso morale (san Girolamo, Beda il Venerabile, Riccardo di San Vittore, Alberto Magno). La caverna infernale era nata dal ritrarsi delle terre inorridite al contatto con il corpo maledetto di Lucifero e delle sue schiere, cadute dal cielo dopo la ribellione a Dio. Egli, sebbene pagano, per l'alto valore morale della sua poesia, rappresenta la saggezza naturale, la ragione della cui luce l'uomo ha bisogno per riscattarsi e rendersi disponibile a comprendere la Rivelazione. Nella prima zona, chiamata Caina (dal nome di Caino, che uccise il fratello Abele), sono puniti i traditori dei parenti; nella seconda, Antenora (dal nome Antenore, il troiano che consegnò il Palladio ai nemici greci), stanno i peccatori come lui, traditori della patria; nella terza, Tolomea (dal nome del re Tolomeo XIII, che al tempo di Cesare fece uccidere il suo ospite Pompeo), si trovano i traditori degli ospiti; infine nella quarta, Giudecca (dal nome di Giuda Iscariota, che tradì Gesù), sono puniti i traditori dei benefattori. L'emulazione dei classici nella «Commedia»”, Firenze, Sismel - Edizioni del Galluzzo, 2012 (. Dopo Ciacco (Inferno, VI, vv. The Divine Comedy (Italian: Divina Commedia [diˈviːna komˈmɛːdja]) is an epic poem by Dante Alighieri, begun c. 1308 and completed 1320, a year before his death in 1321. Search. [65] Sostenendo l'impossibilità di un'edizione bedieriana per la Commedia, e vista la precoce contaminazione, egli ha pertanto concentrato la propria attenzione sulla revisione dello stemma Petrocchi, di cui risulta, a parte alcune modifiche (quali l'ipotesi di una contaminazione extrastemmatica), la sostanziale validità, pur nella maggiore attenzione dedicata alla famiglia settentrionale. I nove cieli del Paradiso sono i sette del sistema tolemaico - Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno - più il cielo delle Stelle fisse e del Primo Mobile. Divina Commedia, La by ALIGHIERI, Dante La Divina Commedia, originalmente Commedìa, è un poema di Dante Alighieri, capolavoro del poeta fiorentino, considerata la più importante testimonianza letteraria della civiltà medievale e una delle più grandi opere della letteratura universale. Probabilmente il titolo originale dell'opera fu Commedia, o Comedìa, dal greco κωμῳδία (kōmōdía, composto di κώμη, villaggio, e ᾠδή, canto; letteralmente canto del villaggio). Così raggiungono l'VIII cerchio chiamato Malebolge, dove sono puniti i traditori in chi non si fida. La divina commedia - Coggle Diagram: La divina commedia (le 3 cantiche, Il linguaggio, ci lascia alcune frasi memorabili) La musica è un altro motivo ricorrente nel poema ed è quindi una presenza frequente nella Commedia. 7-19); alle dighe degli olandesi (Inferno - Canto quindicesimo, vv. Ovviamente è il Paradiso il regno della luce che è la sostanza stessa del regno celeste. Un'altra tematica frequentemente rintracciabile nel poema è il valore-simbolo del numero. Per quanto riguarda l'ordine delle gerarchie angeliche, Dante abbandona la proposta di Gregorio Magno (VI secolo), le cui dottrine aveva utilizzato nella sistemazione delle pene purgatoriali, per passare alla Gerarchia celeste dello Pseudo-Dionigi a conferma dell'importanza strutturale della cultura neoplatonica della Commedia.[26][27][28]. 78-84); le luci telluriche (Inferno - Canto terzo, vv. Dante si smarrisce nella selva oscura (I, 2) e cerca di salire su un colle illuminato dal sole (I, 13-18, 37-43). ", ruota attorno ai Fedeli d'amore che sarebbe stato un gruppo iniziatico al quale avrebbe preso parte lo stesso Dante. Quindi Dante s'imbatte in Matelda, la personificazione della felicità perfetta, precedente al peccato originale, che gli mostra i due fiumi Lete, che fa dimenticare i peccati, ed Eunoè, che restituisce la memoria del bene compiuto, e si offre di condurlo all'incontro con Beatrice, che avverrà poco dopo. È diviso in tre parti chiamate cantiche: Inferno, Purgatorio, Paradiso; il poeta immagina di compiervi un viaggio ultraterreno. L’accompagnamento del testo perciò è una necessità importante per aiutare il destinatario a comprendere il motivo di Chwast è la similarità tra il ‘300 di Dante e l’epoca moderna. In varie occasioni alcuni personaggi incontrati da Dante durante il suo viaggio oltremondano, grazie alla loro capacità di prevedere il futuro, preannunciano al poeta il suo esilio. Nell'Epistola XIII (la cui paternità dantesca non è del tutto certa), indirizzata a Cangrande della Scala, Dante ribadisce in latino il titolo dell'opera: Incipit Comedia Dantis Alagherii, Florentini natione, non moribus ("Incomincia la Commedia di Dante Alighieri, fiorentino di nascita, non di costumi").[11]. Celebri i versi del quinto canto su Paolo e Francesca[12] che raccontano la loro storia e passione amorosa. Alla sfericità della Terra, infatti, non corrisponde una simmetria generale nella distribuzione delle terre emerse e della presenza umana; le direzioni passanti per il centro della Terra non sono equivalenti: quella che passa per Gerusalemme e per la montagna del Purgatorio ha un ruolo privilegiato, il che richiama le concezioni della Grecia arcaica, ad esempio di Anassimandro. Assieme a lui è presente Cavalcante dei Cavalcanti, padre di Guido, amico di Dante. Dante e Virgilio giungono poi al quinto cerchio, davanti allo Stige (il secondo fiume infernale), nelle fangose acque del quale sono puniti iracondi e accidiosi, e qui i protagonisti hanno un alterco con Filippo Argenti; i due Poeti vengono traghettati sulla riva opposta dalla barca di Flegias, quinto guardiano infernale. Infatti Sanguineti, dopo aver scartato i testimoni recentiores in base ad errori comuni, senza tuttavia averne scientificamente dimostrato l'apografia, traccia uno stemma bipartito, di cui il ramo beta è rappresentato praticamente solo dal manoscritto Urbinate Urb, che pertanto conta da solo per il 50% per l'accertamento della lezione da mettere a testo. Comunque la figura di Virgilio non rimane chiusa in una schematica funzione allegorica; essa, in virtù della capacità poetica di Dante, assume il ruolo di un personaggio di grande rilievo: ora egli si anima di sollecitudine paterna e riesce a rassicurare con la sua rasserenante protezione Dante sbigottito dagli orrori dell'Inferno, ora, specialmente nel Purgatorio, resta soggetto all'incertezza, al timore e vive un suo dramma personale, in quanto diversamente da Dante egli è escluso dalla salvezza. La città infuocata di Dite, le cui mura circondano la voragine finale. Solitamente, viene considerata una soluzione efficace basarsi sulla lingua del testimone più antico di un'opera. Linguaggio e poesia nella Divina Commedia. L’ultimo verso non ha bisogno di commenti, è chiarissimo, e ci spalanca le porte dell’opera intera: Allor si mosse, e io li tenni dietro. Scrive lo storico Giuliano Procacci:[48] "Attraverso Dante venne per la prima volta posta in evidenza e resa esemplare la particolare funzione pedagogica e civile assolta dagli intellettuali nella formazione di una koiné italiana (la lingua italiana, ovvero il volgare illustre) e, leggendo la Divina Commedia, il pubblico colto italiano ebbe per la prima volta la netta sensazione di appartenere a una civiltà che, pur nella sua varietà e nel suo policentrismo, possedeva dei fondamenti comuni". WorldCat Home About WorldCat Help. La struttura testuale della Commedia coincide esattamente con la rappresentazione cosmologica dell'immaginario medievale. I Padri della Chiesa avevano dedicato grande attenzione alla numerologia, come attestano le opere Libro dei numeri di Isidoro di Siviglia e il libro XV (De Numero) dell'enciclopedia di Rabano Mauro. È stato notato come tutte e tre le cantiche terminino con la parola «stelle» (Inferno: "E quindi uscimmo a riveder le stelle"; Purgatorio: "Puro e disposto a salir a le stelle"; Paradiso: "L'amor che move il sole e l'altre stelle"). Il suo compito si conclude nel Paradiso terrestre in quanto Virgilio, estraneo al mondo della fede, non può guidare Dante a comprendere il mistero divino che gli si svelerà nel Paradiso. Dante è sempre attore e giudice. 4-9). - Anonimo lombardo) Diego Parisi, (1333 - L'ottimo commento, prima stesura), (1338 - L'ottimo commento, ultima stesura). 22-27); l'arcobaleno (Purgatorio - Canto venticinquesimo, vv. Ai lussuriosi, travolti dal vento, succedono nel terzo cerchio i golosi; questi sono immersi in un fango puzzolente, sotto una pioggia senza tregua, e vengono morsi e graffiati da Cerbero, terzo guardiano infernale; dopo di loro, nel quarto cerchio, presidiato da Plutone, stanno gli avari e i prodighi, divisi in due schiere destinate a scontrarsi per l'eternità mentre fanno rotolare massi di pietra lungo la circonferenza del cerchio. 1-12». In questo cielo risiedono gli spiriti contemplativi, e da qui Beatrice innalza Dante fino al cielo delle Stelle fisse, dove non sono più ripartiti i beati, ma nel quale si trovano le anime trionfanti, che cantano le lodi di Cristo e della Vergine Maria, che qui Dante riesce a vedere; da questo cielo, inoltre, il poeta osserva il mondo sotto di sé, i sette pianeti e i loro moti e la Terra, piccola e misera in confronto alla grandezza di Dio (Cherubini). La Divina Commedia, originalmente Commedìa, é un poema di Dante Alighieri, capolavoro del poeta fiorentino, considerata la più importante testimonianza letteraria della civiltà medievale e una delle più grandi opere della letteratura universale. [32] Tutto in Dante ha un valore soggettivo, il poema non è solo la storia dell'anima cristiana che si volge a Dio, ma anche la vicenda personale di Dante, inestricabilmente intrecciata agli avvenimenti che narra. In questa cornice ai due viaggiatori si unisce l'anima di Stazio dopo un terremoto e un canto Gloria in excelsis Deo (Dante riteneva Stazio convertito al cristianesimo); questi si era macchiato in vita di eccessiva prodigalità: proprio in quel momento egli, che dopo cinquecento anni di espiazione in quella cornice aveva sentito il desiderio di assurgere al Paradiso, si offre di accompagnare i due fino alla sommità del monte, attraverso le cornici sesta, dove espiano le loro colpe i golosi che appaiono magrissimi, e settima, dove stanno i lussuriosi avvolti dalle fiamme. Proprio nel 1300 Dante colloca il suo viaggio nell'oltretomba, non a caso strutturato in forma di visione, attraverso cui denunciare agli uomini i mali del mondo e della Chiesa e indicandone allo stesso tempo i correttivi, mostrando a tutti gli uomini quale fosse la giusta strada da percorrere per il rinnovamento dello spirito. Dopo aver condotto Dante all'interno dell'anfiteatro occupato dai beati, Beatrice ritorna al suo seggio da dove appare al poeta cinta di un'aureola luminosa e il ruolo di guida viene assunto nel momento conclusivo del viaggio da San Bernardo, il quale per la sua vita dedita, già in Terra, alla contemplazione, appare singolarmente adatto a sostenere Dante nel momento in cui, con l'aiuto della preghiera di tutti i beati, e in particolare della Vergine, riuscirà ad entrare in diretta comunione con la viva presenza di Dio. Ma è nella prestigiosa edizione giolitina, a cura di Ludovico Dolce e stampata da Gabriele Giolito de' Ferrari nel 1555, che la Commedia di Dante viene per la prima volta intitolata come da allora fu sempre conosciuta, ovvero "La Divina Comedia". Quindi, dopo un ultimo sguardo al pianeta, Dante e Beatrice assurgono al nono cielo, il Primo mobile o Cristallino, il cielo più esterno, origine del movimento e del tempo universale (Serafini). [52], Una proposta 'bedieriana' (dal nome di critico francese J. Bédier) invece è quella di Luigi Spagnolo che propone di basarsi su un codex optimus (precisamente il Fior. Nella prima cornice, Dante e Virgilio incontrano i superbi, nella seconda gli invidiosi, nella terza gli iracondi, nella quarta gli accidiosi, nella quinta gli avari e i prodighi. Tuttavia il messaggio di Dante riguarda anche un misterioso piano provvidenziale, personificato dall'enigmatico veltro, che interverrebbe a punire i responsabili della corruzione morale, come la curia papale e il re di Francia. Fra i primi commentatori annoveriamo anche i figli di Dante, Jacopo e Pietro Alighieri, ma anche Giovanni Boccaccio che negli ultimi anni della sua vita tenne delle letture pubbliche, le Esposizioni sopra la Comedia. A differenza di Petrarca che utilizzava un linguaggio semplice e puro, caratterizzato da un ristrettissimo numero di parole, secondo un criterio unilinguistico, Dante nella Commedia adotta una grande ampiezza di lessico e di registri stilistici, dal più basso e "comico" nel senso medioevale del termine, al più alto e "sublime". Anche nel caso di Beatrice il significato allegorico si arricchisce di componenti che fanno della sua figura un personaggio altamente poetico. 13-15) nonché alla bussola magnetica (Paradiso - Canto dodicesimo, vv. Infine Virgilio comunica al poeta smarrito che per il suo bene ("per lo tuo me’ " – dove “me’” sta per meglio) Dante dovrà seguirlo e Virgilio gli farà da guida “per loco eterno”, prima nell’inferno "ove udirai le disperate strida", poi in purgatorio "e vederai color che son contenti/nel foco, perché speran di venire/quando che sia alle beate genti", ma non in paradiso. (Dante), “...Un luogo, La Valle delle Pietre Dipinte, dove il pittore, scultore e uomo di teatro Silvio Benedetto, argentino che vive in Italia da molto tempo, ha realizzato dal 1992 ad oggi un progetto straordinario, coraggioso e apparentemente impossibile: illustrare su centodieci blocchi di marmo, ciascuno con due facce spianate e un peso di parecchie tonnellate, tutta la Divina Commedia nell'ordine in cui l'ha scritta Dante Alighieri. Tre sono i gruppi di peccatori nell'Inferno (incontinenti, violenti, fraudolenti); nel Purgatorio le anime sono divise fra coloro che indirizzarono il loro amore su un oggetto sbagliato, quelli che furono poco solleciti al bene e quelli che amarono troppo i beni mondani; nel Paradiso i beati sono divisi fra gli spiriti che furono dediti alla ricerca della gloria terrena, gli spiriti attivi e gli spiriti contemplativi.