secondo che i poeti hanno per fermo,   63, si ristorar di seme di formiche; Inoltre Dante incontra Maometto, Pier da Medicina, Mosca dei lamberti e Betram del Bornio. dicendo: «Dì a lor ciò che tu vuoli»; Il Canto si divide in due parti, la prima delle quali (più breve) è dedicata ancora ai seminatori di discordie della IX Bolgia, fra i quali Dante include Geri del Bello. Non si hanno fonti documentali di questo assassinio, ma i figli di Dante, nel commento all'opera paterna, indicarono come fosse responsabile dell'omicidio un componente della famiglia Sacchetti (un tale Brodaio Sacchetti) e che il suo omicidio non fu vendicato privatamente (secondo l'uso ampiamente tollerato dai regolamenti comunali dell'epoca) fino al 1310 circa, mentre risale al 1342 un documento di pacificazione tra gli Alighieri e i Sacchetti. 117, Ma ne l’ultima bolgia de le diece Al v. 139 di natura vuol dire probabilmente «della natura», intendendo che Capocchio fu abile imitatore di questa; altri intendono «per natura». Dante lo pose tra i seminatori di discordia nella nona bolgia dell'ottavo cerchio, ma non lo incontrò: nella narrazione egli si attarda a cercarlo tra i dannati perché sa che si trova lì, ma Virgilio lo invita a desistere perché lo ha già visto allontanarsi dopo aver riconosciuto Dante e averlo indicato minacciosamente con il dito, irato per la mancata vendetta che la sua consorteria tardava a compiere: nella scena Dante dimostra di capire le richieste di Geri, ritenendole quindi come valide, ma non ha alcun rimorso personale circa l'evento, considerando egli la violenza privata un atto tutto sommato deprecabile. Figlio di Bello e cugino di Alighiero II, il padre di Dante, di lui si hanno menzioni in documenti del 1266 e del 1276. ch’era a veder per quella oscura valle sì che la faccia mia ben ti risponda:   135, sì vedrai ch’io son l’ombra di Capocchio, e udi’ ’l nominar Geri del Bello. La storia è una guerra contro il tempo, in quanto chiama a nuova vita fatti ed eroi del passato. Seminatori di discordie e scismi: Nel mondo hanno diviso famiglie, comunità civili e religiose; in Inferno sono mutilati orribilmente dalla spada di un demonio ogni volta che gli passano di fronte nella loro lenta ed eterna processione, durante la quale le ferite hanno modo di rimarginarsi. Allora l'altro lebbroso, che mi sentì, rispose alle mie parole: «Escludi Stricca (dei Salimbeni), che seppe fare spese moderate, e Niccolò che per primo scoprì l'uso costoso dei chiodi di garofano nell'orto (Siena) dove questo seme attecchisce; pensa, se tu annoverar le credi, Più si riesce a guardare indietro, più avanti si riuscirà a vedere. domenica 13 Settembre 2020 ore 15.00 Casatenovo (LC) Un viaggio in tre tappe alla scoperta di altrettanti Canti dell’Inferno dantesco, guidati per mano dalla dottoressa Claudia Crevenna, studiosa ed esperta dell’opera del Sommo Poeta. del garofano prima discoverse Parlammo così fino al primo punto del ponte da cui si vedrebbe tutta l'altra Bolgia fino in fondo, se solo ci fosse più luce. che son quinc’entro, se l’unghia ti basti Division, discord , and hyper-partisanship are easy to stoke in times of heightened distrust and all favor autocratic rule. rispuose al detto mio: «Tra’ mene Stricca del pizzicor, che non ha più soccorso;   81, e sì traevan giù l’unghie la scabbia, 51, Noi discendemmo in su l’ultima riva 15, Parte sen giva, e io retro li andava, È inutile discutere, come pure si è fatto, se tale brigata sia la stessa cantata da Folgòre da San Gimignano e a capo della quale era un certo Nicolò di Nisi che potrebbe essere lo stesso citato in questi versi: Dante condanna chiaramente la condotta di questi personaggi che scialacquarono i loro averi, il che non ha nulla a che fare con la liberalità e la cortesia altre volte esaltate nelle Rime e nel poema (specie nel discorso di Guido del Duca, in Purg., XIV, 91 ss.). I libri sono specchi: puoi vedere in loro solamente quello che hai già dentro di te. 93, E ’l duca disse: «I’ son un che discendo Quando i due poeti arrivano sul ponte, Dante sente provenire dal basso dei lamenti così pietosi da doversi tappare le orecchie con le mani. Dannati: Seminatori di discordie nei vari aspetti della vita. Se possedete una biblioteca e un giardino, avete tutto ciò che vi serve. e si riferisce alla terribile pestilenza scatenata da Giunone nell'isola di Egina, per la gelosia verso la ninfa amata da Giove che aveva dato nome a quel luogo. Alcuni mss. Incontro con gli alchimisti, tra cui Griffolino d'Arezzo e Capocchio. Da giovane fu cammelliere al servizio della ricca vedova Khadigia, che poi sposò. English version is upcoming. Potrebbero interessarti anche: Il re che accettò che la moglie Alcesti morisse in sua vece I sottomarini che nell'ultima guerra attaccavano i convogli che dagli USA rifornivano l'Europa La frase latina tradotta in … È pur vero che io gli dissi scherzando: "Saprei levarmi in aria in volo"; e quello, che era capriccioso e aveva poco senno, volle che io gli mostrassi quell'arte; e solo per il fatto che non mi tramutai in Dedalo, mi fece bruciare da un tale (il vescovo senese) che lo considerava suo figlio. là giù tra l’ombre triste smozzicate? Ci sono crimini più gravi del bruciare libri. I campi obbligatori sono contrassegnati *. Il verbo si soffolge (v. 5) è di significato controverso e vuol dire probabilmente «continua», «persiste» (forse dal lat. In questo canto sono puniti i seminatori di discordie (cioè coloro che in vita hanno seminato scandalo e scisma). Il discorso di Capocchio è simile a quello dei Malebranche riguardo a Bonturo Dati e ai barattieri di Lucca, elencando una serie di personaggi noti per aver fatto parte della cosiddetta «brigata spendereccia»: una combriccola di dodici giovani di Siena che si diedero a folli spese e che in due anni avrebbero dilapidato l'incredibile somma di 216.000 fiorini. 3499 F . Siamo tutti storie, alla fine. forse m’avresti ancor lo star dimesso». Allora tu eri a tal punto impegnato ad ascoltare Bertran de Born, colui che tenne il castello di Hautefort, che non guardasti verso di lui finché se ne fu andato». Io dissi: «O mio maestro, la sua morte violenta che non è ancora stata vendicata da nessuno che, in quanto membro della sua consorteria, ne condivida l'onta, lo rese disdegnoso; ecco perché se ne andò senza parlarmi, come io credo: e questo mi ha reso più pietoso verso di lui». 57, Non credo ch’a veder maggior tristizia Virgilio rimprovera Dante, poi gli indica Geri del Bello tra i dannati della Bolgia. e in ciò m’ ha el fatto a sé più pio». Appunto di italianao con riassunto del 28 canto dell'Inferno: nella nona bolgia vengono puniti i seminatori di discordie. Seminatori Di Discordia è un libro di Inzerillo Giuseppe edito da Salvatore Insenga Editore a gennaio 2015 - EAN 9788896490587: puoi acquistarlo sul sito HOEPLI.it, la grande libreria online. Maometto, nato a La Mecca nel 570 e morto a Medina nel 632, è il fondatore dell'Islamismo. 27, Tu eri allor sì del tutto impedito La loro pena consiste nell'essere preda di fastidiose e ripugnanti malattie, con un contrappasso non del tutto chiaro; dalla Bolgia si leva un gran puzzo accompagnato a lamenti pietosi, e per descrivere l'orribile spettacolo dei corpi dei dannati rosi dalla scabbia e da altre malattie il poeta ricorre a due similitudini, una tratta dal mondo contemporaneo (gli ospedali della Valdichiana e di altre zone paludose dove, nei mesi estivi, si raccolgono i malati di malaria) e l'altra dal mito classico (la pestilenza di Egina, scatenata da Giunone per la gelosia verso la ninfa amata da Giove e che fece strage degli abitanti dell'isola). Si tratta dei seminatori di discordie a cui il diavolo squarcia e mozza parti del corpo e dopo aver fatto il giro della bolgia ritornano davanti al diavolo che squarcia nuovamente. Inferno, Canti XXVI-XXVIII. con altri che l’udiron di rimbalzo. perché la vista tua pur si soffolge com’a scaldar si poggia tegghia a tegghia, Intanto la mia guida se ne andava e io lo seguivo, continuando a rispondere e aggiungendo: «Dentro quella fossa dove poco fa tenevo fissi gli occhi, credo che uno spirito mio consanguineo espii la colpa che laggiù si sconta tanto gravemente». Il dannato risponde che sia lui sia il compagno cui è appoggiato sono originari dell'Italia, chiedendo a sua volta al poeta chi sia lui. Il ventottesimo canto dell’Inferno è dedicato alla descrizione della nona bolgia dell’ottavo cerchio, dove sono puniti i seminatori di discordia e scismi: come in vita divisero persone e famiglie, separarono fazioni politiche e crearono scismi religiosi, ora sono mutilati da un diavolo armato di spada, che provvede a riaprire le ferite non appena si sono rimarginate. La luce alla fine del tunnel si avvicina, ma la notte più oscura sta per raggiungere il nostro eroe, pronto a uscire dalla nona bolgia dell’ottavo cerchio per incontrar Lucifero e riveder le stelle. 90, «Latin siam noi, che tu vedi sì guasti Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. che de lo stare a piangere eran vaghe. Ciò che vedono i due poeti è raccapricciante: i dannati camminano mutilati, straziati dalla spada di un diavolo. guardando e ascoltando li ammalati, Le schianze di cui sono coperti i due dannati (v. 75) sono le croste della scabbia. Anche qui la descrizione della scabbia che ricopre i corpi di Griffolino e Capocchio fa ampio uso di similitudini realistiche, dallo stalliere che striglia i cavalli e ricorda il modo in cui i due si grattano per placare il tremendo prurito, al coltello che toglie le squame della scardova (e i dannati sono paragonati a due tegami appoggiati l'un l'altro sul fuoco, con un'immagine quotidiana e culinaria). Dante gli fa raccontare in prima persona una sorta di novella circa la sua fine, dovuta alla promessa non mantenuta di far librare in volo il nobile senese Albero, che si infuriò e tramite il vescovo lo fece accusare di eresia e ardere. GDSU inv. Vostra Maestà, Sua Altezza il principe Filippo partirà non appena verrà a sapere che non esiste minaccia di altre discordie civili. ond’io li orecchi con le man copersi. e si toglievano la scabbia con le unghie come un coltello toglie le squame della scardova, o di un altro pesce che le abbia più larghe. 127-129 si riferiscono all'uso dei chiodi di garofano per insaporire le vivande arrostite, introdotto a Siena da Niccolò dei Salimbeni, che secondo alcune testimonianze usava addirittura cuocere la cacciagione sulla brace di questa spezia molto costosa. Passaggio alla X Bolgia, in cui sono puniti i falsari. ditemi chi siete e da dove venite; la vostra pena orribile e fastidiosa non vi dia timore a presentarvi a me». GDSU inv. 30, «O duca mio, la vïolenta morte Il termine inebriate (v. 2) vuol dire probabilmente «piene di lacrime» ed è calco biblico (Is., XVI, 9: inebriabo te lacrima mea). I due poeti procedono e osservano in silenzio i dannati, che non si possono muovere. credo ch’un spirto del mio sangue pianga 84, «O tu che con le dita ti dismaglie», qui ambedue», rispuose l’un piangendo; ma s’ella viva sotto molti soli,   105, ditemi chi voi siete e di che genti; Se tra luglio e settembre dagli ospedali della Valdichiana, di Maremma e della Saredegna si mettessero insieme tutti i malati, tale sarebbe lo spettacolo e il puzzo di membra in cancrena che fuoriesce dalla Bolgia. etternalmente a cotesto lavoro». la colpa che là giù cotanto costa». contra i Sanesi, aguzza ver’ me l’occhio, VIDEO HD https://www.youtube.com/watch?v=RC7hM72tzTc, GASSMAN La vanità dei Senesi cui accenna Dante (vv. Al v. 28 impedito vale «impegnato» (ad ascoltare Bertran de Born, che fu signore del castello di Hautefort, Altaforte). ardere a tal che l’avea per figliuolo. Albero gli aveva ordinato di mostrargli se fosse vero, e poiché Griffolino non c'era riuscito il nobile senese aveva chiesto al vescovo della città, che lo considerava come suo figlio, di bruciarlo come eretico. Sono i seminatori di discordia, tra i quali Mamometto (con le viscere che fuoriescono dalla pancia tagliata), Alì (genero di Maometto) e fra Dolcino … Ancora nella IX Bolgia dell'VIII Cerchio (Malebolge), in cui sono puniti i seminatori di discordie. mostrarti e minacciar forte col dito, Virgilio rimprovera Dante, poi gli indica Geri del Bello tra i dannati della Bolgia. fosse in Egina il popol tutto infermo, né a colui che mal volontier vegghia,   78, come ciascun menava spesso il morso potean parere a la veduta nostra,   42, lamenti saettaron me diversi, cascaron tutti, e poi le genti antiche, che seppe far le temperate spese,   126, e Niccolò che la costuma ricca con questo vivo giù di balzo in balzo, 111, Vero è ch’i’ dissi lui, parlando a gioco: 121-123) doveva essere proverbiale e vi fa riferimento anche Sapìa in Purg., XIII, 151-153. Note e passi controversi Ma affinché tu sappia chi ti asseconda così sui Senesi, aguzza gli occhi verso di me, così che tu riconosca il mio volto: Dante immaginò di incontrare Capocchio nella decima Malabolgia dei fraudolenti, tra i falsari di metalli che sono condannati a soffrire la lebbra. I cronisti antichi aggiungono alcune notizie alla sua figura, ma nessuna è provata da alcun riferimento storico. Certo non la francesca sì d’assai!». Sei come una foglia che non sa di essere parte di un albero. Essi giacciono sul ventre e sulle spalle l'uno dell'altro, alcuni sono sdraiati e altri avanzano carponi. «atteso a la cagion per ch’io guardava, Uno dei due rispose piangendo: «Siamo entrambi italiani, che tu vedi qui così deturpati; ma tu chi sei, che ci domandi queste cose?» Venne inoltre processato in contumacia a Prato per rissa e percosse nel 1280. Discordia: Assenza o rottura dell'identità di vedute e di sentimenti, che è causa di dissidi, di liti all'interno di gruppi SIN disaccordo, inimicizia. quando fu l’aere sì pien di malizia,   60, che li animali, infino al picciol vermo, Attendi ad altro, ed ei là si rimanga;   24, ch’io vidi lui a piè del ponticello Se dagli ospedali della Valdichiana, di Maremma e di Sardegna tra luglio e settembre si radunassero tutti i malati in un sol luogo, si vedrebbe una sofferenza simile a quella che c'era nella Bolgia e il puzzo che ne usciva era simile a quello delle membra in putrefazione. La loro pena consiste nell'avere le membra mutilate dalla spada del demonio. Peccatori: Seminatori di discordie Pena: Sono divisi e mutilati dalla spada di un demonio che li colpisce quando passano davanti. Uno rispose: «Io fui di Arezzo e Albero da Siena mi condannò la rogo; ma ciò per cui io morii non è la colpa che mi porta qui. Anche le rime sono difficili e i suoni aspri, come nella migliore tradizione della poesia comica (tegghia, segnorso, scabbia, scaglie, tanaglie). cominciò ’l duca mio a l’un di loro, e io incominciai, poscia ch’ei volse:   102, «Se la vostra memoria non s’imboli Uno dei due si presenta come Griffolino d'Arezzo, condannato al rogo da Albero da Siena non per il peccato che sconta all'Inferno, ovvero l'alchimia, ma perché scherzando gli aveva detto di saper volare. e di Maremma e di Sardigna i mali   48, fossero in una fossa tutti ’nsembre, Tu non hai fatto così nelle altre Bolge; nel caso volessi contarle, pensa che la circonferenza della voragine qui è di ventidue miglia. I seminatori di discordie, di scandali e gli scismatici vagano nella bolgia orrendamente mutilati, con il volto o il corpo squarciato dalla spada di un demone: una volta compiuto il giro della bolgia, le ferite così richiuse vengono riaperte dalla lama del diavolo.Ogni tipo di mutilazione o ferita ha riferimento preciso con il genere di scisma o discordia provocato in vita Questi imputa a lui e ai membri della sua famiglia di non aver ancora vendicato la sua uccisione, cosa di cui Dante si mostra consapevole; il tema si ricollega a quello delle vendette e degli odi tra le consorterie, che era stato affrontato nel Canto precedente con la figura di Mosca dei Lamberti (il quale era dannato proprio per aver ordinato l'uccisione di un nemico del suo clan, foriera di gravi conseguenze per Firenze e la sua famiglia). All'Inferno invece, e precisamente fra i seminatori di discordie, Dante incontra il trovatore Bertran de Born. I molti dannati e le orribili piaghe avevano riempito di lacrime i miei occhi, al punto che desideravano mettersi a piangere. Si presenta a Dante, … 123, Onde l’altro lebbroso, che m’intese, avean le luci mie sì inebrïate, Questo alternarsi di riferimenti all'attualità e al mito proseguirà anche nel Canto successivo, con un continuo passaggio da uno stile retoricamente elevato a toni più popolari e comico-realistici, culminanti nel volgare alterco tra Sinone e Mastro Adamo che chiuderà il Canto XXX. 12, «Se tu avessi», rispuos’io appresso, «Possa il vostro ricordo non scomparire dalle menti umane nel mondo, ma invece sopravvivere per molti anni; Di lui si hanno alcune citazioni in alcuni documenti storici: fu iscritto alla società dei Toschi a Bologna nel 1258 e venne giustiziato come eretico prima del 1272, tramite arsura, probabilmente a Siena. e soggiugnendo: «Dentro a quella cava   18, dov’io tenea or li occhi sì a posta, Ancora usato metaforicamente, il sostantivo qualifica una categoria di peccatori, i seminator di scandalo e di scisma (If XXVIII 35). La molta gente e le diverse piaghe Dante si scusa asserendo che tra i seminatori di discordie ci dovrebbe essere un membro della sua famiglia. “La caduta degli angeli ribelli”, miniatura tratta dalla “Bibbia moralizzata”, ms. KB 76…, Miniatura tratta dal manoscritto “Missale et horae ad usum Fratrum Minorum”, ms.…. lo duca, già faccendo la risposta, I segni di discordie che attraversano questo movimento non annunciano però niente di buono. Il dannato si presenta poi come Capocchio di Siena, che fu falsatore di metalli tramite l'alchimia, e Dante dovrebbe riconoscerlo come buon imitatore della natura. Dante si scusa asserendo che tra i seminatori di discordie ci dovrebbe essere un membro della sua famiglia. sovra colui che già tenne Altaforte, Di fronte allo spettacolo orribile della IX Bolgia dell' VIII Cerchio, in cui sono puniti i seminatori di discordie, Dante dichiara che nessuno potrebbe rappresentare il sangue e le piaghe che lui ha visto e che ogni linguaggio sarebbe insufficiente. L'unica data sicura è quella della sua morte, avvenuta per rogo pubblico a Siena il 15 agosto 1293. Noi procedevano a passi lenti senza parlare, guardando e ascoltando gli ammalati che non potevano alzarsi. Ma Virgilio mi disse: «Perché continui a guardare? Inoltre, nel canto XXVIII dell’Inferno, Dante descrive le orrende pene che soffrono i seminatori di discordie con termini volgari ed immagini raccapriccianti, tanto che nella traduzione in arabo dell’opera sono stati omessi i versi considerati un’offesa. Definizione e significato del termine discordia Pensa ad altro, e quello rimanga dov'è; Caccia d’Ascian la vigna e la gran fonda, Prima di poter dare spiegazione a chi forse non ricorda, o peggio ignora,i motivi per cui il Sommo Poeta abbia scritto e posizionato il Profeta proprio lì, è necessario ripercorrere un attimo il passaggio tanto contestato del Canto dell’Inferno. e non vidi mai un garzone atteso dal suo signore, o uno stalliere che veglia malvolentieri, usare la striglia come ognuno di loro usava le unghie su di sé per la smania del pizzicore, che non aveva altro sollievo; 132, Ma perché sappi chi sì ti seconda che de lo scoglio l’altra valle mostra, FOLIA folia presso Franco Cosimo Panini Editore, Via Giardini 474/D - 41124, Modena, f o l i a | Franco Cosimo Panini Editore | Via Giardini 474/D | 41124 Modena | Italia. 45, Qual dolor fora, se de li spedali Una stanza senza libri è come un corpo senza anima. Ancora nella IX Bolgia dell'VIII Cerchio (Malebolge), in cui sono puniti i seminatori di discordie. folia è il magazine di Franco Cosimo Panini Editore dedicato alla miniatura, ai libri antichi e alle storie che essi raccontano. del lungo scoglio, pur da man sinistra; 1 Chi sparge o interra la semente . Sinonimi e Contrari di Discordie. 108, «Io fui d’Arezzo, e Albero da Siena», Certo non lo è maggiormente quello francese!» Non sia mai che diveniate fonti di contrasti e discordie, di odio e inimicizia. se più lume vi fosse, tutto ad imo. E io dissi a Virgilio: «SI è mai visto un popolo sciocco e frivolo come quello senese? lo tempo è poco omai che n’è concesso, Virgilio spiega che sta guidando Dante, ancor vivo, attraverso l'Inferno e a quel punto i due peccatori si staccano l'uno dall'altro e fissano Dante stralunati. di Malebolge, sì che i suoi conversi Virigilio invita il discepolo a rivolgersi ai due dannati e Dante chiede loro chi siano, affinché possa portare notizie di loro sulla Terra. 58-66 è tratta dalle Metamorfosi di Ovidio (VII, 523 ss.) e tremando ciascuno a me si volse Virgilio si rivolge a uno di loro e gli chiede se fra i compagni di pena ci siano degli italiani, augurandogli che le unghie gli bastino per l'eternità a grattarsi. perch’io nol feci Dedalo, mi fece ed escludi la brigata (spendereccia) nella quale Caccia d'Asciano dissipò la vigna e i vasti poderi, e in cui l'Abbagliato dimostrò il suo senno. Siamo fatti dalla storia. e quei, ch’avea vaghezza e senno poco,   114, volle ch’i’ li mostrassi l’arte; e solo Ottavo cerchio, decima bolgia: Falsatori di metalli, di persone, di monete e di parole. allora vedrai che sono l'anima di Capocchio, che falsificai i metalli con l'alchimia; e ti devi ricordare, se ben ti riconosco, come io fui buon imitatore della natura». Dante colloca Maometto tra i seminatori di discordie della IX Bolgia dell’VIII Cerchio dell’Inferno.Maometto compare e si mostra tagliato con gli organi interni che gli pendono tra le gambe. Il maestro gli dice che mentre Dante stava parlando con Bertram del Bornio, un dannato lo aveva indicato minacciosamente col dito e gli altri lo avevano chiamato Geri del Bello. Dante comincia sottolineando l’impossibilità di descrivere la condizione dei dannati e si serve di una lunga similitudine: non si riuscirebbe a eguagliare l… 96, Allor si ruppe lo comun rincalzo; E la luna è ormai sotto i nostri piedi: il tempo che ci è concesso è poco e tu devi ancora vedere dell'altro». “I’ mi saprei levar per l’aere a volo”; Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. 21, Allor disse ’l maestro: «Non si franga ne l’orto dove tal seme s’appicca;   129, e tra’ ne la brigata in che disperse Divisioni, discordie e iper-faziosità sono facili da rifornire in tempi di accresciuta sfiducia e e di regole autocratiche a proprio favore. Marco Polo - Le Livre des Merveilles, 1400-1420, Bibliothéque Nationale de France. 36, Così parlammo infino al loco primo che falsai li metalli con l’alchìmia; Canto XXVIII – Inferno. Interpretazione complessiva Allora il maestro disse: «Il tuo pensiero non si tormenti, d'ora in avanti, su di lui. Dante e Virgilio trovano i dannati seminatori di discordie. 120, E io dissi al poeta: «Or fu già mai Inserisci una voce nel rettangolo "ricerca personalizzata" e premi il tasto rosso per la ricerca. È un film che abbiamo già visto. Seminatori di odio sono stati anche i responsabili, rimasti ignoti e impuniti, della morte dell’anarchico Giuseppe (Pino) Pinelli, ingiustamente sospettato di essere tra gli autori della strage. che non guardasti in là, sì fu partito». Dante dice che fu ucciso e che la sua morte, all'epoca del viaggio ultraterreno (settimana santa del 1300) non era ancora stata vendicata. Quando giungemmo sopra l'ultima fossa delle Malebolge, così che i suoi dannati potevano essere visti da noi, vari lamenti che inducevano alla pietà mi colpirono e mi spinsero a tapparmi le orecchie con le mani. La similitudine dei vv. 29/31. gente sì vana come la sanese? I vv. Il viaggio attraverso l'Inferno dura in tutto circa 24 ore. e l’Abbagliato suo senno proferse. Fa solo che sia una bella storia. 6, Tu non hai fatto sì a l’altre bolge; «ma tu chi se’ che di noi dimandasti?». «per alcun che de l’onta sia consorte,   33, fece lui disdegnoso; ond’el sen gio di Valdichiana tra ’l luglio e ’l settembre 72, Io vidi due sedere a sé poggiati, 2 fig. Noi non facciamo la storia. dal capo al piè di schianze macolati;   75, e non vidi già mai menare stregghia di palesarvi a me non vi spaventi». che miglia ventidue la valle volge. XXIX, 50: seminatori di discordie Puzzo (2) If IX, 31: eretici Puzzo (gran) (3) Pd XVII, 129 Rogna If XXIX, 107: seminatori di discordie Sconcia pena If XXVIII, 105: seminatori di discordie Sozza (1) If VI, 100: avari Sozza mistura (2) If VII, 54: avari Sozzi (3) If XXVIII, 21: seminatori di discordie Sozzo (4) If - " Colui che semina ": due volte designa metaforicamente Dio, con riferimento all'infusione della nobiltà da lui operata nelle anime ben disposte: oh ammirabile e benigno seminatore (Cv IV XXI 12); l'altissimo e gloriosissimo seminadore (XXIII 3). E il maestro rispose: «Io sono uno che scendo con questo vivo di Cerchio in Cerchio e il mio scopo è mostrargli l'Inferno». La prima è quella dedicata alla IX Bolgia, in cui sono puniti i seminatori di discordie. Uno di questi è non leggerne. Dante vede due dannati che siedono appoggiati l'uno all'altro, tutti coperti di croste e di scabbia; entrambi si grattano con violenza per il tremendo prurito, come uno stalliere che striglia con forza un cavallo, e levano via le croste come un coltello che squama una scardova o un pesce simile. I 20 musei italiani più visitati nel 2013, San Giorgio e il Drago: le origini della leggenda, Parigi nel Medioevo, una spettacolare ricostruzione 3D, I progetti per completare San Petronio a Bologna. rispuose l’un, «mi fé mettere al foco; Dante lo colloca nel octavo girone, dei fraudolenti, decima bolgia dei falsari, in particolare tra i falsari di metalli, facendogli dichiarare il suo peccato di alchimia.