Del resto, tale religiosità fu tipica di quel secolo, e sarà alla base della rifondazione, da parte di don Diego d’Aragona, delle chiese degli Agonizzanti e del Purgatorio, titoli che si imporranno rispetto a quelli precedenti di S. Sebastiano e S. Eligio. E non come in Oriente aveva fatto, dove a chiunque usciva sangue del naso era manifesto segno d’inevitabile morte: ma nascevano nel cominciamento d’essa a’ maschi ed alle femine parimente o nell’anguinaia o sotto le ditella certe enfiature, delle quali alcune crescevano come una comunal mela ed altre come uno uovo, ed alcuna più ed alcuna meno, le quali li volgari nominavan «gavoccioli». La Peste nera del 1348. Dell’intensa attività medica svolta da lui durante la pestilenza rimane un documento di notevole utilità, la Informatione del pestifero et contagioso morbo, lavoro che espone in tutti i suoi aspetti la politica di difesa sanitaria cinquecentesca , mentre le Ordinationi dello stesso Ingrassia sintetizzano le regole fondamentali di lotta e di intervento contro il male. Non era la prima volta che la «morte nera» si diffondeva in Europa: nel VI secolo, conosciuta come “peste giustinianea”, uccise – secondo alcune stime – oltre il 25 per cento della popolazione dell’Impero Romano d’Oriente e in tutto, nel corso di un secolo, forse oltre 100 milioni di persone. LA PESTE NERA La Peste Nera del Trecento è forse una delle pandemie più famose della storia. Tornando alla peste, a detta del Graffeo, il contagio mieté non più di 900 vittime, cifra confermata dal Ferrigno che adduce a riprova il fatto che la popolazione castelvetranese rimase sostanzialmente stabile, come stabile si mantenne il volume degli affari e delle contrattazioni registrato dai rogiti notarili. Ed è singolare come, nelle pagine dello storico castelvetranese, si ritrovino, mutatis mutandis, fatti e contesti analoghi a quelli che il corona virus ha indotto anche ai nostri giorni. La reliquia fu lasciata nella chiesa di S. Francesco d’Assisi e il giorno seguente, domenica 22 giugno, con una solenne processione, con grande luminarie et jochi di foco, trommetti, tammurri, si portò nel piano di S. Francesco di Paola dove rimase esposta alla moltitudine per tre giorni . La peste di Palermo. © Copyright 2020 - Ass. Il Senato di Palermo volle ristampare le Ordinationi all’insorgere della peste nel 1624. Lo stesso consiglio fece voto di far fabricare nella chiesa maggiore uno altare con farce un quatro in honore della Immacolata conceptione di nostra Signora, santo Rocco et santa Rosolea . Un secolo di donne audaci e coraggiose. La prima apparizione registrata della peste in Europa fu a Messina, in Sicilia, nell'ottobre del 1347. Epidemie o pandemie nella storia – a seconda del mondo conosciuto che ne costituivano il teatro di diffusione – sono ricordate e documentate con l’inconfondibile tragicità di una lotta all’invisibile. La prima tappa europea della peste nera, l’epidemia che sconvolse l’Europa nel 1348, è stata in Sicilia, a Messina, e un cronista catanese, noto come Michele da Piazza … Si calcola che questa epidemia di peste uccise quasi un sesto della popolazione mondiale (75 milioni su un totale di circa mezzo miliardo). Nel Medioevo il termine “peste” era utilizzato generalmente per quelle malattie caratterizzate da un’alta mortalità e che si diffondevano velocemente. Lo studio presentato è il primo risultato di una ricerca in corso. I degenti, almeno a giudicar dai documenti, erano trattati bene, sia per il servizio inappuntabile, sia per il vitto, scelto ed abbondante, di carne, polli, ottimo pane, vino eccellente. En ellas hablan del tiempo que pasa despacio, del miedo al contagio, de la vida amenazada por una enfermedad ciega e imprevisible y, sobre … Il quadro in cui essa si situa è "mediterraneo", con riferimento geografico ad un'area interessata alle scie delle pesti magrebine e orientali. Interest. La peste bubbonica, così chiamata per le tumescenze nerastre che comparivano soprattutto in corrispondenza delle ghiandole, ad esempio sotto le ascelle, era una malattia dell’apparato respiratorio, indotta dalle pulci dei ratti e diffusa per contagio. Scoppiato che fu il contagio, si volle vedere in esso un castigo divino, come confessano, il 12 gennaio 1625, i giurati di Castelvetrano, lamentando che sono stati tanti li peccati nostri e di tutto il populo di questa città che han provocato con giustissimo sdegno a sua Divina Maestà a castigarne con sì gran castigo del mal del contagio et avendo incominciato il pietoso Iddio a toccarne leggermente con il suddetto male acciò pentiti avessimo domandato perdono delli nostri peccati noi in cambio di penitenza l’habbiamo piò che mai giornalmente offeso et sdegnato, onde vedendone ostinato va accrescendo di giorno in giorno piò il male secondo la moltitudine dei nostri peccati . Il merito fu di un medico locale Quinto Tiberio Angelerio , che aveva affrontato la peste in Sicilia nel 1575, apprendendo le misure per affrontarla al … La storia è ambientata nel Settecento, un secolo che l’ha molto ispirata, narrativamente parlando. * La peste nella storia: epidemie, morbi e contagio dall'antichità all'età contemporanea, di William Hardy McNeill - … Peste, colera, Spagnola e Coronavirus: Messina e la storia delle epidemie dal 1347 all'Asiatica del 1970. Si stabilisce poi, per coloro che intendessero fissare in Castelvetrano la loro dimora, una plegeria [cioè una garanzia] di onze 5, ribadendo il godimento del diritto di cittadinanza. Così Palermo sconfisse la peste: la storia di Santa Rosalia. E ancora, nello stesso giorno, all’avemaria, si have barricato le case di Catterina Dulci con due figlie et la casa di Antonino Prinzivalli guardati da Nardo Lo Monaco…; una nota in margine anche qui specifica che a’ 17 ottobre li detti si portao al casale. Non era la prima volta che la «morte nera» si diffondeva in Europa. In una raccolta di documenti presente nel Tabulario del monastero di San Martino delle Scale è presente una serie di sei testamenti redatti fra il febbraio e l’aprile del 1348, di cui due (a distanza di tempo) riferiti al decesso di due membri di una stessa famiglia: un elemento sospetto che può testimoniare come l’epidemia avesse raggiunto la massima virulenza in città. La peste a Firenze giunse a Firenze nel 1348 dalla Sicilia. Sbarcata in Sicilia, la peste si diffuse per tutta l’isola, e da qui sul continente – Genova e Venezia furono le prime città ad essere colpite. La peste raggiunse la città al seguito dell'Orda d'Oro: le cronache dell'epoca riportano (come ha scritto lo storico francese Michel Balard sulla … La trasmissione, così ampia, è cominciata dalle pulci del topo ed è stata banalmente portata avanti dall’uomo fino a compiere uno sterminio fra i più vasti della storia umana. Stranieri fatevi avanti, ma di alto profilo…, Furto e tentata rapina: arrestati due 29enni, Alcamo: l’Associazione CO.TU.LEVI,partner del Comune,partecipa al bando di Servizio Civile Nazionale, Palermo e Trapani zone rosse, Cisl: “servono misure concrete per lavoro ed economia”, Caccia. Sfortunatamente non ci sono dati certi sulla mortalità che afflisse la capitale siciliana, ma attraverso alcuni elementi è possibile rintracciare la forza con la quale si abbatté la falce della morte nera. Pertanto, quella descritta dal Manzoni fu preceduta, nel 1576, dalla famosa “peste di S. Carlo” (così chiamata perché vide l’eroica azione di assistenza e carità del … Scorrendo il volume degli Atti civici del 1628-29, si riscontra come molti abitanti, che erano fuggiti durante il contagio, fossero rientrati in città e come diverse lettere di cittadinanza fossero rilasciate dai giurati a persone forestiere che chiedevano di risiedere a Castelvetrano. Desde el forzoso confinamiento impuesto por la epidemia, dos mujeres —dos amigas— se intercambian cartas. Lo Curto (UDC): Prorogare attività venatoria oltre il 20 gennaio, Pullara: “Anticipare il piano vaccinale anticovid per tutto il personale della scuola”. Home » Conoscere la Sicilia » Così Palermo sconfisse la peste: la storia di Santa Rosalia. Sicilia, un'isola piena di meraviglie. Non mancano i casi di speculazione, di sciacallaggio. Gianni Diecidue, da un calcolo molto sommario, ritiene che, complessivamente, per tutte le occorrenze cui si dovette far fronte, la spesa non poteva essere inferiore alle 10.000 onze, corrispondenti agli introiti di tre anni di tutte le gabelle imposte. Il terrore delle popolazioni, come sappiamo bene, è sempre lo stesso, qualunque sia il tempo, la società e il portafoglio delle vittime. Personale formato da sacerdoti, assistenti, medici fisici, inservienti, barbieri operava sia al Lazzaretto che al Casale Bianco. Solo indirettamente possiamo intuire l’andamento del morbo a Palermo. A Castelvetrano, seguendo questi schemi classici di intervento, gli stessi in fondo che si stanno esperendo oggigiorno, si posero guardie alle porte della città affinché venissero bloccati quanti, provenienti da centri contagiati, potessero diffondere il male nell’abitato. E tuttavia, nel luglio seguente, l’epidemia cominciò a scemare per cessare del tutto nel mese di agosto. CTRL + SPACE for auto-complete. La peste aveva colpito Trento sin dal settembre del 1574, diffusa da mendicanti e girovaghi fiamminghi, e da lì il contagio era estesa in alcune zone dell’Italia centro-settentrionale (Veneto, Lombardia, Emilia): duramente interessate furono le città di Brescia, Milano, Pavia, Monza, Mantova, Verona, Vicenza, Padova, Venezia. Manzoni, la peste, la Sicilia, il virus Attualità , Redazionali , Varie Il 7 marzo 1785 , cioè 235 anni fa, nasceva Alessandro Manzoni, ritenuto il più grande scrittore italiano: nessuno se n’è ricordato, anche se siamo soliti ricordare troppo spesso nascite e morti di persone che valgono molto meno. Il testo Informatione del pestifero et contagioso morbo di Ingrassia, scritto in occasione della peste che colpì Palermo in quegli anni, divenne una sorta di guida all’emergenza sanitaria. Disclaimer & Privacy | Contatti | Eco Internazionale è una testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Palermo in data 16 maggio 2019, al N°3 del registro Stampa. Direttore responsabile: Eloisa Zerilli; Direttore editoriale: Francesco Polizzotto. Partita intorno alla metà del 1300 nel nord della Cina si diffuse in Siria estendendosi alla Turchia asiatica ed europea per poi raggiungere la Grecia, l'Egitto e la penisola balcanica. Assieme a S. Rocco e a S. Sebastiano, tradizionali protettori dalla peste – a cui da noi si aggiunse anche un fra Pietro da Castelvetrano, cappuccino esemplare, morto in concetto di santità – la vergine siciliana assurse pertanto alla medesima funzione taumaturgica; cosicché da ogni parte se ne invocava la mediazione e se ne richiedevano le reliquie. Annunziata verso il convento di Nostra Signora dei Miracoli, nel luogo ove in parte sorge l’attuale borgo Ruggero Settimo; mentre i contagiati venivano condotti al Lazzaretto, isolato di case che si estendeva dalla via che tuttora porta quel nome all’attuale via Quintino Sella, di fronte la chiesa e convento di S. Francesco di Paola. Nei tre mesi successivi del nuovo secolo i morti di peste … Inoltre, ne Il Magnum Capibrevium dei feudi maggiori si è potuto rilevare che il 33% dei feudatari risulta in vita dopo il 1348, per il 32% mancano ulteriori notizie concernenti loro o i loro eredi aventi lo stesso cognome, e per il 25% non è neanche possibile stabilire la data di morte. Local & Travel Website. 7 maggio 1624, a Palermo giunse la peste ... preservazione del morbo contagioso e mortale, che regna alla presente in Palermo e in altre città e terre del regno di Sicilia”. Essa si presentava a cicli costanti e assumeva il carattere pandemico all’incirca due volte ogni secolo. Società pistoiese di storia patria, Pistoia 1981. Oggi il coronavirus sta mettendo a dura prova le borse di tutto il mondo, l’economia globale e costringendo milioni di persone nel mondo all’isolamento e al distanziamento sociale. Pure il cappellano del Casale Bianco, Nicolò Antonio Mangiapane, il sagrestano e il barbiere-infermiere Mario Matera furono vittime della loro abnegazione e del loro altruismo; contagiati, morirono anch’essi di peste. (Widescreen – Exclusive Video – Haute Couture Fashion Week – … Nonostante le misure apprestate per isolare la città, creando una sorta di cordone sanitario, ponendo guardie alle porte, limitando i movimenti dei cittadini, restringendo il commercio (eccetto quello del vino) e costituendo una Deputazione di sanità, la pestilenza si propagò pure a Castelvetrano, quando, ai primi di agosto del 1624, morì un tal Mariano Lupo venuto da Palermo ammalato di contagio e con lui altre cinque persone nelle case di detto Lupo. Importata dal nord della Cina attraverso l'Impero mongolo, si diffuse in fasi successive alla Turchia asiatica ed europea per poi raggiungere la Grecia, l'Egitto e la penisola balcanica; nel 1347 si trasmise alla Sicilia e da lì a Genova; nel 1348 la peste … È giunta l’ora di nominare nuovi assessori? Caporedattore. Giovanni Boccaccio Introduzione alla prima giornata del Decameron. di Siro M. La peste nera era una terribile malattia, che si trasmetteva all’uomo attraverso il morso delle pulci che stavano sui topi, i quali, a causa della sporcizia e della completa mancanza d’igiene, vivevano in gran numero nelle città e nelle abitazioni. Si calcola che questa epidemia di peste uccise quasi un sesto della popolazione mondiale (75 milioni su un totale di circa mezzo miliardo). I cadaveri dei morti di peste vennero sepolti in fosse individuali, coperti di calce vergine e poi di terra, in un luogo poco distante dal Lazzaretto, poi chiamato dei Beati Morti, cimitero in cui fu posta a ricordo una croce, rimossa quando nel sito fu costruito l’attuale edificio scolastico. Gli stessi messinesi che tentano di scampare alla morte – ma già contagiati – contaminano le città vicine. Sindacati: “evento atteso da tempo”, CVetrano. Oltre ai rimedi umani, si era ricorso anche alla fede; e invero, ancora prima che il male si manifestasse a Castelvetrano, si era implorato affinché la città ne fosse preservata con pubbliche orazioni, messe, quarantore e processioni, come quella del 20 luglio 1624 quando il simulacro di S. Sebastiano fu solennemente trasportato dalla propria chiesa (oggi N. S. degli Agonizzanti) in Matrice, col concorso di un immenso popolo accompagnato dal lamento delle prefiche. «Accadde che, nell’ottobre dell’anno dell’Incarnazione del Signore 1347, dei genovesi, su dodici galere, fuggendo la collera divina che si era abbattuta su di loro a causa della loro iniquità, accostarono al porto della città di Messina». La peste si attenua. Nei secoli le epidemie hanno sconvolto grandi regni, portato alla rovina interi imperi e decimato le forze di ogni leggendario esercito. […] E come il gavocciolo primieramente era stato ed ancora era certissimo indizio di futura morte, e così erano queste a ciascuno a cui venivano. La peste nera non risparmiò la Sicilia e una delle sue città più popolose, Palermo. Se vuoi saperne di pi\u00f9 o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione. Passione irrinunciabile: la musica. La pandemia più celebre e devastante fu quella che dilagò intorno alla metà del XIV secolo e nota come “peste nera”. Religiosi, medici e infermieri erano affiancati da basso personale di servizio: custodi, levatrici, balie. Erano proprio i porti aperti a permettere la propagazione della peste nera sulle coste del Mediterraneo e, infine, in tutto il territorio continentale: Ragusa, Pisa, Genova, Venezia, Marsiglia furono altri focolai incontrollabili. Il voto fu adempiuto soltanto nel 1633, quando, il 6 agosto, fu pagata la rilevante somma di onze 58 ad un valente pittore palermitano (probabilmente Pietro Novelli, il Monrealese) per un quadro, posto nella nuova chiesa dei Cappuccini, raffigurante l’Immacolata, S. Rocco e la Gloriosa santa Rosalia . Anche se appartenente a un ceppo diverso, per secoli il batterio ha accumulato sufficienti mutazioni prima di ricomparire. Doria e del Tribunal del Real Patrimonio, fu investito di tutti i poteri di capitano d’armi. La peste divenne un’arma potentissima in guerra. * La società italiana prima e dopo la "peste nera", di Antonio Ivan Pini - Ed. Nel gennaio 1348 le … La prevenzione. ", Anniversario Giuseppe Di Matteo. Fu un’ecatombe, il trionfo della morte. Scrivo tanto, urlo tantissimo. Essi furono quelli provati e codificati circa cinquant’anni prima da Giovan Filippo Ingrassia, nel corso della peste del 1575, quando Carlo d’Aragona, che ne aveva, come detto, sperimentato le capacità, lo nominò deputato-consultore e protomedico del Regno. Il principe don Diego, che preferì rimanere a Terranova, il 18 giugno 1624, con atto in notar Francesco Manzo di Palermo, nominava suo procuratore generale, con facoltà di sostituire, don Giovanni Ventimiglia che, valendosi di detta facoltà, a sua volta designò don Francesco Romano Colonna, il quale, con nomina del luogotenente del regno card. Nel mese di marzo del 1348, con ogni probabilità (secondo quanto riportato dai cronisti Matteo Villani e … Ma se la peste nera uccideva in poco tempo, come fece a diffondersi così capillarmente e a uccidere così tante persone? Di questa «mortifera pestilenza» – ritornata con altre ondate nei decenni successivi – è giunta anche l’illustre testimonianza diretta di Giovanni Boccaccio, il quale fornisce un’agghiacciante descrizione nella prima giornata del Decamerone. Nel mese di ottobre del 1347 a Messina sbarcò la peste che, con un tasso di letalità (percentuale di mortalità degli ammalati) di circa il 60 per cento, avrebbe svuotato di lì a poco tutta l’Europa e il Medio Oriente. Durante l’imperversare della pestilenza, in città le persone sospette venivano barreggiate nelle loro case e qui custodite da appositi guardiani; poi, inchiodati gli usci e murati i cortili, gli indiziati di contagio erano inviati al Casale Bianco, un quartiere di cui non sussiste più traccia e che si estendeva dal monastero della SS. A Costantinopoli dovettero gettare i corpi ai limiti esterni della città, fino a formare montagne di cadaveri sugli scogli. Costoro venivano trattenuti ed obbligati a far la quarantena alli Bigini, allo Staglio, al Convento di Nostra Signora de’ Miracoli, alle stanze di Monteleone, a quelle di Ballatore, alla Santissima Trinità, alla chiesa di San Bartolomeo (quella, non più esistente, in contrada Giallonghi) e altri luoghi, custoditi col massimo rigore . ), si sarebbe ridotta per la morìa addirittura di un terzo. Come era prevedibile, il grande concorso di popolo provocò una recrudescenza del male che proprio in quel mese segnò il massimo se non dei morti di certo dei contagiati. Le spese sostenute dall’Università furono ingenti: “Per il solo mantenimento dei poveri e degli ammalati – scrive Ferrigno – si spesero oltre 4000 onze” . Per circa un decennio, l’Università cercò mezzi ed espedienti per saldare i debiti, e solo nel 1640, aggiungendo due grani ai nove a tumulo che si pagavano per la gabella della macina, pensò di risolvere il problema. Arriva per prima in Sicilia … Tra il 430 e il 427 a.C. Atene fu afflitta da una gravissima epidemia che provocò la morte di migliaia di persone: probabilmente la metà dei suoi abitanti. La Lega chiede la modifica dei prodotti usati, Castelvetrano, avviato iter di stabilizzazione del personale precario. La peste dilagava a Palermo e ben presto colpì tutta la Sicilia, specialmente le città che si affacciavano sul mare, perché più facilmente raggiungibili dalle navi. Viaggio in Sicilia per il centenario di Leonardo Sciascia ... conferirono gli Arabi quando vi entrarono per la prima volta durante la peste. Alcuni giunti da molto lontano, altri invece aspettavano solamente l’occasione di aggredire milioni di ignare prede. La vera conoscenza con questo personaggio avviene nel capitolo XXXVII de I Promessi Sposi, quando don Ferrante entra definitivamente in scena, dando sfoggio non solo della sua cultura ma anche e soprattutto delle sue teorie sulla diffusione della peste.. Il suo è un tipo di sapere enciclopedico ante litteram, che spazia dalla … Il culto di Santa Rosalia è profondamente sentito a Palermo e affonda le radici soprattutto negli avvenimenti del 1624, pur essendo … Sicilia Oggi. Nel VI secolo, conosciuta come â€œpeste giustinianea”, uccise – secondo alcune stime – oltre il 25 per cento della popolazione dell’Impero Romano d’Oriente e in tutto, nel corso di un secolo, forse oltre 100 milioni di persone. La peste del 1575 in Sicilia. Anche Castelvetrano reclamò la sua, e una folta legazione di gentiluomini della città, guidata dai frati Minimi, si recò, nel giugno 1625, a Palermo per ricevere una reliquia della testa della Santa. Gran parte del presente articolo è tratto dal I volume de “La città palmosa”, scritto in collaborazione con Aurelio Giardina. Nicola Di Matteo: “avrei voluto morire io…, BB.CC. Pare che la Sicilia sia stata presa ad esempio per capacità organizzativa e scientifica, non solo in Italia ma in Europa. La prima tavola proviene dalla chiesa di Santa Venera, che si trova alla Kalsa, sopra i bastioni della porta normanna di Termini, eretta proprio per ringraziare la santa, già patrona della città, per la fine dell’epidemia del 1493. Conoscere la Sicilia. I parassiti umani infetti sui capelli, o sui vestiti, potevano raggiungere facilmente un consistente numero di persone in breve tempo. L’11 novembre 1958, usciva per i tipi della casa editrice Feltrinelli, Il Gattopardo, capolavoro e unico romanzo di Giuseppe Tomasi … La peste diezma la población de la ciudad de Messina. La Sicilia che amo. «La gente di Messina dunque si disperse per l’intera isola di Sicilia» racconta Michele di Piazza. La … Scilla: In arrivo 100mila euro per i pescatori mazaresi sequestrati…, L’associazione siciliana Ristoworld Italy nomina Gregori Nalon Ambasciatore della Cucina, Tre cugine siculo-americane dell’Ohio promuovono la cucina siciliana negli USA, Vino, dai colori del tramonto nasce il primo rosato di Baglio…, Lo chef Francesco Bonomo è “Custode dell’identità territoriale”, Coronavirus, i commercianti marsalesi si costituiscono in associazione, Sanificazione delle strade a Marsala. Alcuni recenti studi hanno provato che le due pandemie sono state contraddistinte dallo stesso agente patogeno. E questa è la peste che è arrivata con le navi in Italia, la peste descritta dal Boccaccio nel Decamerone, nel periodo fra il 1345 e il 1348. Ma l’epidemia comincia ad attenuarsi nel dicembre dello stesso anno. E ancora, a’ 24 gennaio 1629, alludendo a li novi abitatori di detta Città, si ribadisce per essi il godimento degli stessi diritti e privilegi dei cittadini di Castelvetrano, prevedendo una pena di onze 50 e la disgrazia del principe nei confronti dei contravventori.