Nel 1545 divenne doge Francesco Donà, mentre a Trento, il 13 dicembre si apriva solennemente il concilio convocato per porre freno alle conseguenze della riforma luterana. Il doge morì, si sospetta avvelenato, il 18 luglio 1365. La società veneziana sentì ampiamente della grandezza del proprio Stato, partecipando attivamente alle decisioni e alle azioni militari internazionali, tanto che da un'organizzazione e cultura prettamente municipale a Venezia si formò presto una identità territoriale e un ordine civile a carattere nazionale. Tutta la città entrò in subbuglio e gli esponenti della oligarchia occuparono Piazza San Marco con le armi. La minaccia costituita da Gian Galeazzo Visconti era però ancora forte, così, quando questi strinse alleanza col padre del nuovo re d'Ungheria e Croazia Sigismondo, il Re dei Romani Venceslao di Lussemburgo, che lo riconobbe duca di Milano, si sentì abbastanza forte per attaccare Firenze, ma venne sconfitto a Governolo. Quanti erano però già caduti nelle mani del doge non trovarono alcuna pietà: il Supremo Tribunale della Quarantia emanò per loro la sentenza di morte. A Venezia, invece, nel 1274 il dogado del Tiepolo venne nuovamente funestato dallo scoppio di un'estesa rivolta a Creta, con il massacro da parte dei Greci del duca di Candia e di molti nobili veneziani. La legge venne a stento rigettata, ma il 28 febbraio 1297 venne infine definitivamente approvata la Serrata del Maggior Consiglio. Gli scontri risultarono talmente violenti che uno dei teatri del confronto venne in quel periodo persino ribattezzato canale homicidiale ("canale dell'omicidio"). Il casus belli fu la contesa per il possesso del monastero di San Saba a San Giovanni d'Acri, capitale del Regno di Gerusalemme, sfociata in aperta battaglia, con la distruzione del quartiere veneto e delle navi alla fonda nel porto da parte dei Genovesi. Pochi mesi durò il dogado di Francesco Corner, segnato anch'esso dalla guerra, con la flotta veneziana che si preparava a un nuovo tentativo per forzare i Dardanelli. [FT5] STORIA - Bachelor's Degree Programme common pathway; Mutua da. Per consentire questo vennero predisposti appositi elenchi, detti fora papalistas ("fuori i papalisti"), dal comando che veniva gridato al momento in cui gli iscritti dovevano abbandonare le assemblee. Il governo di Teodato dovette far fronte a una situazione di sempre crescente minaccia longobarda: nel 743 Liutprando si impossessò di Cesena e l'esarca Eutichio, sentendosi direttamente minacciato, chiese aiuto a Papa Zaccaria, il quale intercesse presso il re per ottenere la salvezza di Ravenna, avviando al contempo i primi contatti con Pipino, maggiordomo di palazzo del re dei Franchi Childerico III, alla ricerca di alleati in grado di tener testa ai Longobardi. Nuovo duca milanese venne nominato Massimiliano Sforza, mentre i papalini reinsediavano i Medici in Toscana. Nel 1095, mentre a Venezia diveniva doge Vitale I Michiel, in Francia, al concilio di Clermont, papa Urbano II, accogliendo le richieste d'aiuto contro la minaccia selgiuchida portate dagli ambasciatori bizantini, diede il via al movimento crociato. DeannaFlegal Tale atto venne considerato come apertamente ostile dai Turchi. Succedette come doge Marino Morosini, il quale regnò brevemente, spegnendosi nel gennaio 1253. Il 14 gennaio 1779 venne scelto come successore Paolo Renier. Pietro IV, tuttavia, alleatosi col re Berengario e col marchese di Ravenna, prese a minacciare la Venezia. Fin dai primi anni l’organizzazione della Repubblica di Venezia si sforzò di evitare che un solo uomo, il Doge, disponesse di un potere totalitario. Nominato frattanto baduario e protosebaste da Costantino IX Monomaco, che sperava nell'aiuto veneziano contro i Normanni che minacciavano i possedimenti imperiali nell'Italia meridionale. Due giorni dopo la sua elezione, il 1º novembre, il suo predecessore ne morì di crepacuore. Milano-Messina, G. Principato, 1968 Nel 1123, però, la flotta veneziana si presentò nel mare greco devastando Chio, Lesbo, Rodi e infine Cipro. Lote 184357872 Architetti famosi e già impegnati nei vari cantieri edilizi cittadini come Jacopo Sansovino, Andrea Palladio e il Vignola, presentarono progetti di approccio classico, con diverse arcate, che non furono giudicati adatti alla situazione, venendogli preferito il progetto di Antonio da Ponte, del quale venne avviata la realizzazione. Scoraggiata, Venezia accettò di cedere la Morea agli Ottomani. Dopodiché elesse doge proprio il Flabanico, che venne mandato a richiamare in città. Decimata dalla pestilenza, la flotta veneziana fece così mesto ritorno in patria, dove, il 28 maggio 1172 il doge venne assalito e assassinato in una congiura ordita dagli ex-ambasciatori a Costantinopoli, Ziani e Mastropiero. Gli unici successi di rilievo furono la difesa fortunata dell'isola di Corfù nel 1715 e il blocco delle incursioni nella Dalmazia meridionale. L'opposizione si coalizzò attorno alla figura del giovane Bajamonte Tiepolo e l'azione venne fissata per l'alba di domenica 14 giugno 1310. Conoscerà gli atti la cui natura minaccia la pace dello Stato, le convenzioni aventi l'effetto, sia all'esterno che all'interno, di cedere una parte del territorio, di ogni cosa in una parola che esige di essere affrontata molto segretamente», diceva la legge. Ancora una vittoria si ebbe nel 1657 a Chio, ma lo scontro con l'immenso impero era oramai impari per una Repubblica non più sostenuta dai commerci. Il potere bizantino sull'Italia appariva tuttavia in inarrestabile declino, mentre nella Venezia si riaccendevano per l'ennesima volta gli scontri tra le città rivali di Eracliana ed Equilio. Perdute gran parte delle Cicladi e l'intera isola di Eubea, il 25 gennaio 1479 la Repubblica, esausta e impossibilitata a proseguire l'impari lotta contro lo strapotere ottomano che stava gravemente danneggiando i commerci, firmò infine una pace umiliante. Nello scontro prevalsero i primi e i principali esponenti della parte avversa, tra cui l'illuminista Angelo Querini, vennero incarcerati o esiliati. Tra le conseguenze di questo enorme rivolgimento politico vi fu il riconoscimento a Carlo, da parte di papa Adriano, del diritto sul controllo della Venezia e dell'Istria, che il papa stesso riteneva sua proprietà in quanto antiche province dell'Esarcato. Giovanni tentò di controllare il crescente potere commerciale di Comacchio chiedendo al papa di nominarne signore il fratello Badoario. Il giovane, avendo per padrino un personaggio di tale levatura, mutò persino in suo onore il proprio nome in Ottone Orseolo. Venuto meno lo scopo dell'alleanza tra Carraresi e Visconti, Gian Galeazzo si alleò nel 1388 con Venezia, la quale nel luglio dello stesso anno strinse d'assedio Padova, la cui popolazione in rivolta costrinse Francesco I da Carrara ad abdicare in favore del figlio Francesco Novello, il quale proseguì la guerra con Venezia. Con la pax Nicephori, Carlo Magno, ottenuto il riconoscimento del titolo imperiale, rinunciò al dominio sulla laguna veneta e sulla Dalmazia. Il tutto raccontato con una grande quantità di particolari. Si elesse quindi doge Pasquale Cicogna. I magistrati, temendo di dover rispondere ai francesi dei tumulti, arrivarono a soffocare i moti nel sangue, sparando persino colpi d'artiglieria a Rialto e istituendo ronde notturne di Arsenalotti. Nel 1270 il doge siglò la pace con il Trattato di Cremona con Genova e Bisanzio, ma nello stesso anno la città di Bologna sbarrò la navigazione sul Po costruendo una fortezza a presidio del Po di Primaro, scatenando la guerra con Venezia, che vedeva bloccata una delle vie per il commercio con l'entroterra. Nuovo doge fu Bartolomeo Gradenigo, il quale, già vecchio, morì il 28 dicembre 1342, mentre a Creta nuove rivolte scuotevano il dominio veneziano. Marcantonio Memmo divenne doge il 24 luglio. L'anno successivo giunsero rinforzi dallo Stato Pontificio, dal Granducato di Toscana e da Malta. Una pesante sconfitta a Nervesa nel febbraio 1358, segnò il destino negativo della guerra e Venezia si rassegnò, con la Pace di Zara del 18 febbraio 1358 a rinunciare alla Dalmazia. Il 1º dicembre 1400 venne eletto doge Michele Steno. Vi furono importanti lavori di restauro e piazza San Marco venne lastricata. Candia era descritta in quest'epoca come completamente distrutta e spopolata, ma ancora capace di resistere a un continuo stillicidio di bombardamenti, attacchi, contrattacchi ed esplosioni di mine, fino a quando, al crollo delle ultime difese, il 5 settembre 1669 venne firmata la resa con l'onore delle armi. Il 20 aprile, i francesi, nonostante fossero a conoscenza della proibizione all'ingresso di vascelli armati nei porti della Repubblica, tentarono di saggiare le difese di Venezia inviando la fregata Le Libérateur d'Italie a forzare il porto del Lido: in risposta, le potenti artiglierie del forte di Sant'Andrea distrussero la nave. In tali salotti si fanno dibattiti letterari, politici si intrattengono conversazioni amorose, si gioca a carte. Divenuto infatti nuovo sovrano dei Franchi, Carlo, figlio di Pipino, papa Adriano I ricorse nuovamente nel 774 all'aiuto d'oltralpe per contrastare il pericolo longobardo, rappresentato dalle mire di re Desiderio: sceso dunque in Italia, Carlo riuscì facilmente ad aver ragione di Desiderio e a proclamarsi rex Longobardorum. on March 18, 2009, "Serie cronologica di tutti il dogi dal principio sino al termine della repubblica": vol. Dall'Ungheria re Stefano, sobillato dagli Orseoli e proclamandosi difensore dei loro diritti, prese a minacciare la Dalmazia veneziana, mentre il cognato di Ottone, divenuto imperatore d'Oriente come Romano III, prese a premere su Venezia per favorirne il ritorno. Nel 1609 Galileo Galilei presentò alla Signoria, sul campanile di San Marco, la sua nuova invenzione: il cannocchiale. A quel punto Firenze strinse con Venezia e gli altri nemici dei Visconti una lega difensiva che ne frenasse in futuro le mire. Venezia ottenne la costa occidentale della Grecia, la Morea, Nasso, Andro, Negroponte, Gallipoli, Adrianopoli e i porti della Tracia sul Mar di Marmara. Giovanni, privo di figli, tentò invano di assicurare la stabilità della dinastia trasmettendo il potere ai fratelli, ma la prematura morte di Badoario prima, quella Pietro Partecipazio, suo primo co-Dux, poi, e infine la rinuncia alla successione dell'altro fratello e collega Orso I Partecipazio resero inutili tutti i suoi sforzi. Nel 1126, di fronte alle nuove devastazioni veneziane delle isole di Modone e Cefalonia l'imperatore orientale pose fine alla guerra emanando una nuova Crisobolla, riconoscendo tutti i precedenti diritti già concessi dal padre e incrementandoli con nuove esenzioni e monopoli. Abdicando, Orio Mastropiero consentì la trasmissione del dogado all'ultimo dei tre ambasciatori che avevano assistito all'arresto dei Veneziani di Costantinopoli ai tempi di Manuele Comneno. Si attuò una riforma fiscale per ridistribuirne la pressione sui cittadini e vennero aboliti i dazi interni, mentre si cercava di rivitalizzare i commerci agendo contro i pirati barbareschi, colpiti con una spedizione nel 1766 contro Tripoli che costrinse il signore locale a stringere accordi commerciali con la Repubblica. Mentre la guerra con Genova proseguiva con alterne fortune il conflitto politico latente a Venezia esplose con la proposta, presentata dal doge il 6 marzo, di escludere le classi medie dall'accesso al Maggior Consiglio. Al Foscari succedette Pasquale Malipiero. Venne eletto doge Giovanni Dolfin, comandante delle truppe incaricate della difesa di Treviso. Nonostante i tentativi di pace proposti da papa Urbano VI e dai Fiorentini, il doge e Vettor Pisani rifiutarono le proposte di resa genovesi. Il Da Ponte morì il 30 luglio 1585. [32] Il 26 novembre anche Vicenza venne riconquistata, in breve seguita da molte fortezze del Veneto e dal Polesine. La conseguenza fu nel 1527 la calata dei luterani Lanzichenecchi e il sacco di Roma. Nel 1295, però, la flotta veneta riprese il mare al comando di Matteo Querini e di Nicolò Barbaro, ma le due armate si fronteggiarono senza giungere allo scontro. Gravemente malato, alla sua abdicazione, nell'887, Giovanni II dovette accettare che la successione dinastica venisse nuovamente interrotta e che la scelta del doge ricadesse esclusivamente sulla volontà dell'assemblea popolare[N 7]. Venne conquistata Santa Maura e sventata l'invasione di Cipro, ma nel mese di settembre il doge Barbarigo morì. Il nuovo duca riuscì a consolidare i confini attraverso un trattato col re longobardo Liutprando[N 3], ma cadde ucciso poi nel 717 in una congiura organizzata da nobili equiliani[N 4]. Il 7 agosto 1484 venne firmata la pace di Bagnoli, che sancì la vittoria veneziana. La guerra, sempre più cruenta, giunse a una svolta quando il 7 maggio 1379 i genovesi distrussero a Pola la flotta veneziana di Vettor Pisani. L'anno successivo, 741, Eutichio riprese la città con l'aiuto del magister militum Gioviano Cepanico, che venne in cambio nominato Ipato. Gli interessi del doge erano tuttavia più orientati al successo politico del partito aristocratico. Date le crescenti necessità di legname per le esigenze belliche della flotta e il crescente lavoro dell'Arsenale di Venezia, in quello stesso anno lo Stato decise la demanializzazione della collina del Montello, i cui boschi di roveri fornivano un eccellente materiale per la costruzione delle galee. Il Loredan morì il 19 maggio 1762. Venezia aveva perso nel conflitto 134 milioni di ducati e 30.000 uomini, ma i Turchi avevano a loro volta perso 80.000 soldati e speso svariati milioni in un'impresa che doveva durare - secondo i loro piani - solo pochi mesi. Scontri minori si ebbero successivamente nel 1695, ad Andro, nel 1696, a Lemno, e nel 1697-1698, a Samotracia. Enrico Dandolo morì il 1º giugno 1205 all'età di 98 anni cadendo da cavallo di ritorno da una campagna contro i Bulgari: fu sepolto nella basilica di Santa Sofia. Nello stesso periodo la città venne visitata dal poeta Dante Alighieri e riacquisì in Oriente gli antichi privilegi sui mercati bizantini, controbilanciati però dalla proibizione del commercio coi musulmani decretata nel 1323 su pressione di papa Giovanni XXII. È ormai chiaro a tutti che in prima linea ora c'è Candia: il nuovo Duce e Governatore, il forlivese Brunoro II Zampeschi, si impegnò in un'attenta opera di controllo e rafforzamento delle difese. Nel 1508 l'esercito veneziano guidato da Bartolomeo d'Alviano sottomise l'armata imperiale di Massimiliano I d'Asburgo, guidata dal duca Enrico di Brunswick presso Valle di Cadore, alla Mauria e a Pontebba, conquistando il Cadore, Gorizia e Trieste. L'atto in realtà andava ben oltre la richiesta dell'imperatore bizantino, il quale sperava semplicemente nell'invio di mercenari franchi per rinfoltire le sue truppe, ma la grande partecipazione all'appello papale rese la partenza della crociata un evento inarrestabile. Il panico si diffuse nel mercato realtino e il patrizio Benedetto Sanudo venne inviato in missione segreta al Cairo per spingere il sultano mamelucco a trattare coi principi indiani per precludere i loro porti ai portoghesi. Nel 1539 nuovo doge fu Pietro Lando. Amalfi, Pisa, Genova, Venezia, La società veneta alla fine del Settecento, L'Archivio di Stato di Venezia, indice generale, storico, descrittivo ed analitico, Il mondo di Aldo Manuzio.