Tutte doti che non mancano all’esordiente regista trevigiano Antonio Padovan e allo scrittore Fulvio Ervas, autore dell’omonimo romanzo a cui è ispirato Finché c’è prosecco c’è speranza. [+].   Finché c'è prosecco c'è speranza, su FilmTv.it, Arnoldo Mondadori Editore. (Italia 2017, giallo, durata 101’). Il che non significa che la critica sia negativa. Finché c'è prosecco c'è speranza è un film giallo del 2017 diretto da Antonio Padovan con Giuseppe Battiston, Teco Celio, Liz Solari, Roberto Citran, Silvia D'amico, … Saluti. Il film sebbene  non rispecchi fedelmente il libro ha  saputo portar fuori dalle pagine la stessa magia, il fascino della terra, gli ambienti  che fanno di questi posti luoghi unici al mondo. Una scommessa vinta quella del produttore Nicola Fedrigoni e della K2 di Verona, sorprendente soprattutto se considerati i mezzi limitati e la scarsa attenzione di buona parte delle istituzioni culturali locali. Il conte Desiderio Ancillotto è proprietario di un vasto terreno dedicato alle vigne e di una gran bella villa, ma il suo modo di lavorare la terra, senza pesticidi e facendo "riposare" parte del terreno, è considerato da altri una pessima strategia d'affari. A prima vista goffo e sgraziato, Stucky si dimostra invece tenace e determinato, polenton sì, ma miga mona. La tematica è presente: il conte Ancillotto, che produce un ottimo vino, attenendosi alla regola del “meno, ma meglio” è in conflitto con alcuni membri della Confraternita, tesi al profitto e indifferenti alla salubrità dell’ambiente. Regia di: Antonio Padovan. FINCHÉ C'È PROSECCO C'È SPERANZA. L'ispettore Stucky (Giuseppe Battiston), protagonista di Finché c'è prosecco c'è speranza, è chiamato a investigare su un apparente caso di suicidio: quello del facoltoso conte Desiderio Ancillotto, che si è tolto la vita con un gesto teatrale e improvviso. Un'opera prima piccola e con una sua dignità, dal tono leggero e senza eccessi di cupezza . [-]. [-]. Niente effetti speciali stratosferici, anaffettivi, che apparentemente lasciano soddisfatti, senza pensiero La regia è efficace, e non stanca mai. A investigare sul caso c’è l’ispettore Stucky (ma si legge: Stucchi), che con il suo fare placido e pacioso cerca di conquistare la chiusa gente del posto per arrivare alla verità. Sarà il tono lieve e talora comico della sceneggiatura, che poi deriva dall’omonimo romanzo (2010) di Fulvio Ervas, che continuava la fortunata serie di gialli ambientati a Treviso e risolti dal commissario Stucky, mezzo veneziano e mezzo persiano. Ferragosto di fuoco per l’ispettore Stucky: in gita tra le colline del prosecco con le belle vicine di casa, si sveglia in un letto non suo, in posizione non consona. Personaggi stravaganti, certo, ma mai eccessivi. CB01 | Cineblog01 | Film e Serie TV Streaming Online | CB01 Nuovo Indirizzo 2021 © cb01.li. Forse per la gente veneta è più facile amare questo film, però per me è un ottimo lavoro, si guarda con piacere e ci fa sentire bene. Una serie di omicidi e, unico indiziato, un morto: il conte Desiderio Ancillotto, grande vignaiolo che pare essersi tolto la vita inscenando un improvviso e teatrale suicidio. Nello sfondo un ambiente  che formula un deviante  teorema sociale, un  rapporto fra uomo e natura che  si scontra con l’opportunismo spietato di attività vitivinicole oggi estese geometrie coltivate,  sempre più prosperose sorrette moderne tecniche agrarie e dall’ abuso di fitofarmaci. Sofferente ai ritmi della viticultura moderna è il saggio conte Desiderio Ancillotto, vero custode dell’antica tradizione del  prosecco, arcigno vignaiolo che preferisce tenere ogni anno un ettaro incolto per farlo riposare, per rispetto della terra, giusto “per non chiederle più di quello che può dare”. Anche l’amore per la bellezza di questi paesaggi collinari contribuisce all’armonia del film (si riconoscono Rolle, la chiesa di  San Lorenzo di Farra di Soligo, l’osteria Senza Oste di S. Pietro di Barbozza, San Vigilio di Col S. Martino, i vigneti di Valdobbiadene e di Conegliano, splendidamente fotografati da Massimo Moschin, mentre si vorrebbe ritrovare dal vero il magnifico cimitero, realizzato con il polistirolo, vicino alla chiesa di san Lorenzo: opera dello scenografo Massimo Pauletto, ispirata forse a Spoon River). Regia sicuramente incerta e alle prime armi (forse volutamente anni 90?) Paese: Italia. Critica. I tempi lenti del vino e la sostenibilità della terra mal si accompagnano all’insensata fretta del business e della conquista dei mercati mondiali. Fotografia davvero stupenda. A proposito di questo vino, il più amato, si sa che l’amore del profitto ha portato a estendere i vigneti ovunque, nel Veneto, anche in luoghi diversi dalle colline, a sfruttare in maniera intensiva la terra e a utilizzare veleni che finiscono nei polmoni degli abitanti. [+], Film abbastanza originale nel panorama italiano. Un inno all’andare piano, assaporando la vita. Attori: Giuseppe Battiston, Teco Celio, Liz Solari, Roberto Citran, Silvia D'amico, Babak Karimi. La matassa invece che sbrogliarsi si ingarbuglia. MYMONETRO Finché c'è prosecco c'è speranza valutazione media: 2,89 su 28 recensioni di critica, pubblico e dizionari. La riunione della Confraternita del Prosecco sembra riprendere i rituali e lo stile delle logge massoniche (in realtà esiste davvero una Confraternita di Valdobbiadene che si riunisce nella stessa cupa cantina del film e che impone ai soci l’uso di una divisa che comprende tabarro e cappello!). L’ispettore Stucky (Giuseppe Battiston), protagonista di Finché c’è prosecco c’è speranza, è chiamato a investigare su un apparente caso di suicidio: quello del facoltoso conte Desiderio Ancillotto, che si è … Tra l’altro anche Mazzacurati aveva esordito, trent’anni fa, con un giallo ambientato nel Veneto, lo splendido Notte italiana. Mantengono quel tono garbato e lieve che caratterizza il film, senza mai diventare invadenti o macchiette. Durata: 96' Campagna veneta, colline del Prosecco. DAL 31 OTTOBRE AL CINEMA ! Sarebbe sicuramente un'ottima serie. Ma l’intreccio di questi elementi porta lo spettatore a immaginarsi di fronte a una commedia. Meravigliosi paesaggi che  si trasformano nel  thriller  in difese del territorio, intrighi mondani, personaggi e storie che confondono l’indagine dove  l’ostinazione e la perseveranza  dell’impacciato ma astuto investigatore Stucky  riescono  a svelare il mistero. Finché c’è prosecco c’è speranza vuole essere è un giallo ma al tempo stesso un modo per puntare la lente d’ingrandimento su una realtà geografica poco esplorata dal cinema italiano. Oramai isolato dalla comunità dei produttori il conte viene trovato morto, apparentemente suicida. Finché c’è prosecco c’è speranza è un giallo atipico, per nulla inquietante né ansiogeno, risulta piuttosto soave, fresco e a tratti frizzante come le bollicine del prosecco. Esemplare la scena di apertura del nonno che racconta le sue preoccupazioni e i suoi crucci verso la tutela del territorio. Le risate non mancano. Stupendi i personaggi del commissario sfiduciato e indolente, ma col riscatto finale, dello scemo del villaggio determinante per la soluzione del caso e della barista pettegola e invadente. Campagna veneta, colline del Prosecco. Ma l’agente chimico pericoloso non starà, in questo caso, nei fitofarmaci sparati sulle  vigne… Il suddetto personaggio deve qui indagare su alcuni delitti di persone legate alla figura di un anziano conte, morto suicida, proprietario di immensi ettari di terreno coltivati per la produzione del Prosecco ormai assai inquinati dai rifiuti tossici di una fabbrica vicino. Martedì 16 e mercoledì 17 gennaio, alle ore 21 al cinema Giada, l’appuntamento è con il film giallo “Finché c’è prosecco c’è speranza” di Antonio Padovan Giuseppe Battiston, Teco Celio, Liz Solari, Roberto Citran, Silvia D’amico, Babak Karimi, Gisella Burinato, Rade Serbedzija. L'opera di esordio di Antonio Padovan è un lavoro pregevole e sincero, un film che si gusta volentieri come un buon bicchiere di prosecco, lavoro forse meno artigianale di quel che può sembrare,( l'uso dei droni per le riprese dall'ato delle colline trevigiane), ma che rispecchia l'anima e le atmosfere di un paesaggio dipanato nelle melanconiche nebbie che lo avvolgono come una coperta. “Un spris: va ben.   Nella prima scena di Finché prosecco c'è speranza, il personaggio di Rade Serbedzija, il burbero conte che produce vino con metodi rigorosamente naturali e che dopo pochi minuti morirà suicida, spiega col calice in mano che solo da grande ha capito il senso della frase che gli diceva sempre il nonno: "Quando un giorno questa terra sarà tua, ricordati che anche tu sarai suo". La fotografia sarebbe da Oscar se non fosse che ogni tanto, forse perché trascinata dalla regia, scade anche lei nel televisivo. Forse a volte rallenta un po'.. ma si sa che per degustare un buon vino.. o un buon film.. la fretta può essere una cattiva alleata.. ma compensata da una "luce" bellissima, spesso originale e inaspettata che ti trascina in alcune scene in atmosfere fantastiche a volte anche emozionanti. La vicenda vede protagonista l'ispettore Stucky ( un ottimo Giuseppe Battiston), metà persiano e metà veneziano che deve indagare su un suicidio/omicidio del conte Ancillotti, noto viticoltore della zona, amante del vino, delle donne, dei piaceri della vita senza freni, ma rigorosamente genuino sui valori della terra e della coltivazione dell'uva che prevedono tempi di attesa lunghi e pazienti. Sempre buona l’ idea di  leggere il  libro immaginando la storia tradotta in pellicola così da cogliere una  visione profonda del thriller. Benché la locandina del film richiami le copertina dei gialli Mondadori, non c’è alcuna tensione da thriller in questo film, che pure ricostruisce vicende malavitose proprie di una élite di benestanti collusi con il potere. Un grande affetto per questa terra, innanzitutto, unito alla sincerità e all’onestà di non nasconderne  i problemi e le contraddizioni. Sarà la morbida e malinconica figura del commissario Stuky (interpretatoda uno splendido Giuseppe Battiston, che qui ritrova compagni di altre avventure cinematografiche, come Roberto Citran e Mirko Artuso). PREMIO MARIO VERDONE. Cast Finché c'è prosecco c'è speranza Un film di Antonio Padovan. Il tutto trattato con un garbo e una delicatezza di un cinema d'altri tempi...  Incontro con Giuseppe Battiston, Teco Celio e il regista Antonio Padovan. L'ispettore stesso ha i suoi problemi irrisolti, la rielaborazione del lutto per la perdita dei genitori, specie del padre, la cui stanza deve rimanere com'è, nonostante i saggi consigli dello zio persiano con cui divide la casa. Compare nelle sale cinematografiche con i film "Finchè c'è Prosecco c'è Speranza" la figura dell'ispettore Stucky, personaggio inventato ed a cui ha dedicato svariati libri sulle sue indagini lo scrittore Fulvio Ervas. Sempre buona l’ idea di  leggere il  libro immaginando la storia tradotta in pellicola così da cogliere una  visione profonda del thriller. Finalmente un film delicato sulle cose semplici. Finché c'è prosecco c'è speranza (2017) Titolo originale:- Regia: Antonio Padovan Genere: Giallo - Produzione: Italia - Durata: 101' Cast: Giuseppe Battiston, Teco Celio, Liz Solari, Roberto Citran, Silvia D'Amico, Babak Karimi, Rade Serbedzija, Vitaliano Trevisan, Diego Pagotto, Antonio Scarpa Distribuzione: Parthénos Sceneggiatura: Antonio Padovan, Fulvio Ervas, Marco Pettenello Sarà la dolcezza del paesaggio, che spazia dall’isola della Giudecca alle colline del prosecco, da Valdobbiadene fino a Conegliano, passando per la città di Treviso (la piazza, la riviera del Sile, l’affascinante vicolo Dotti con i suoi ciottoli e i suoi portici).